Lunga intervista su "La Gazzetta dello Sport" per Jack Bonaventura che ha rilasciato dichiarazioni importanti sulla sua prima stagione milanista e sul derby di domenica sera. Il centrocampista rossonero, uno dei più positivi di questa travagliata stagione, sogna di siglare il suo primo gol nel derby milanese dopo le quattro reti segnate all'Inter con la maglia dell'Atalanta e che lo hanno portato molto ma molto vicino proprio ai nerazzurri milanesi: "Adesso sarebbe bellissimo segnare nel derby. Rimpianti per non essere finito all'Inter? No, perché sono in un grande club". Il numero 28 di Inzaghi non è mai banale in quello che dice e fa una critica, non troppo velata, alla preparazione atletica che, secondo lui, ha risentito molto della trasferta invernale in Dubai: "La sosta a Dubai è stata più una cosa di marketing che un vero e proprio richiamo atletico. Questo secondo me ha influito sugli infortuni, e di conseguenza sui punti in classifica". Evviva la sincerità.
Esprime inoltre il suo disappunto per le parole post Milan-Sampdoria di una bandiera rossonera come Zvone Boban che ha definito "scarsa" la rosa del Milan: "Per le qualità della rosa siamo una squadra da Europa League, francamente non mi aspettavo certe parole da Boban. Probabilmente ha vissuto un periodo in cui il calcio italiano era al top e certe difficoltà non le ha provate". Purtroppo per Bonaventura, il pensiero di Boban è lo stesso di molti tifosi e addetti ai lavori perchè se è vero che la qualità della rosa è da Europa League, non puoi allora pareggiare con il Cesena e giocare partite come quelle con Atalanta o Sassuolo.
Le battute conclusive sono riservate alla nuova filosofia adottata dalla società che vuole costruire uno zoccolo duro italiano: "Una cosa positiva, perché si creano gruppi più affiatati" e infine invita il presidente Berlusconi a tornare a Milanello: "Se venisse a trovarci prima del derby sarebbe un bel segnale, una carica in più". Non è prevista la visita del Cavaliere nè oggi e nè domani quindi la squadra dovrà trovare da sè la carica giusta anche perchè ci sono motivazioni ben più importanti di un sorriso e di una stretta di mano di un presidente.