Emigrante, ma non nostalgico. Salvatore Sirigu, ventottenne sardo di Nuoro, ha trovato la felicità e la consacrazione sportiva lontano dall'Italia. Era il 2011 quando il Paris Saint Germain, appena acquistato dagli emiri, puntò sul giovane portiere del Palermo per affidarli le chivi della porta di casa e lui non l'ha più lasciate. In un'intervista al Corriere della Sera ha analizzato la situazione del Calcio italiano visto dall'estero e mandato n consiglio alla Juventus, in vista dei quarti di finale di Champions.
"L'Italia è in un momento difficile ma il suo resta un calcio molto seguito anche da fuori. E secondo me tornerà ad essere quello di un tempo. Se tornerei? Mai dire mai. In questo momento direi no, perché mi trovo bene e sto crescendo assieme alle ambizioni della squadra. Ma nel calcio non si sa mai. Le cose possono cambiare da un momento all’altro. Se un domani dovessi tornare sarebbe perché mi fa piacere, non per un’esigenza".
Venite da una vittoria fondamentale a Marsiglia, che vi da fiducia in vista degli impegni che vengono e soprattutto vi lasciano al primo posto in classifica: "Sapevamo che sarebbe stata dura, ma non ci siamo lasciati condizionare dal pubblico. Vittoria importante ma non decisiva".
Capitolo Champions League. Il Psg affronterà lo scoglio Barcellona, una squadra che tutti conoscono e non ha bisogno di presentazioni. La novità ai quarti è rappresentata dal Monaco, che ha pescato la Juve: "Un consiglio anti-Monaco alla Juventus? Di trovare le motivazioni giuste, come se davanti a Monaco ci fosse scritto Bayern. Se i monegaschi sono lì è perché se lo sono meritato e avranno motivazioni incredibili. C'è il rischio di sottovalutarli e noi del Psg lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle in campionato".
Si passa alla Nazionale dove Sirigu continua a far parte stabilmente del gruppo azzurro e vestire l'azzurro, ma sempre da riserva di Buffon, che continua a rimanere il miglior portiere italiano: "Io penso che Gigi stia vivendo un'altra fase della sua vita. Con altre qualità, perché il nostro è un ruolo in cui l’esperienza tante volte fa la differenza. Si tiene molto bene. Gli ho dato un consiglio spassionato: vivi a fondo questo momento qui e continua fino a quando te lo senti. Nuovi Buffon? Mi fa ridere. Ci sono passato anch'io e so quello che vuol dire: se non hai l'intelligenza per capire che non è così, ti fai male. Un domani ci sarà qualcuno che non sarà erede di Buffon, ma avrà una storia a sé. Se sono pronto? Ho le partite e l'esperienza per poter dare una mano. Non vado in panico. Come contro la Bulgaria gioco al massimo delle mie forze, senza alcun problema".