Due storie diverse, ma anche molto simili. La differenza tra Andrea Barzagli e Mirko Valdifiori sta nel curriculum con il quale si presentano alla conferenza stampa di oggi. Da una parte un Campione del Mondo, in Nazionale da anni, reduce dal Mondiale brasiliano e da un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi di gioco per molti mesi, compromettendone gran parte della stagione. Dall'altra un volto nuovo al centro di Coverciano, tale Mirko Valdifiori, centrocampista dell'Empoli delle meraviglie, che sta stupendo tutti con le sue geometrie e la sua intelligenza tattica. Tuttavia, la storia professionale dei due calciatori è la stessa o quasi: una lunga trafila, la gavetta, poi l'esplosione, anche se un pò tardiva per il mediano dei toscani.
Ascoli, Chievo e Palermo prima di Wolfsburg e Juventus per Barzagli. Cesena, Pavia, Legnano, Empoli e poi chissà. La carriera di entrambe potrebbe assomigliarsi per certi versi, partendo dalla periferia per poi arrivare nelle piazze che contano. Valdifiori se lo augura, e spera che l'interesse nei suoi confronti venga confermato anche in estate quando sul suo nome si scatenerà una vera e propria asta, con Milan e Napoli su tutti.
La conferenza stampa di oggi a Coverciano ha visto protagonisti i due calciatori, che hanno raccontato emozioni e sensazioni, chi del ritorno in azzurro, chi della prima volta. Il primo a prendere parola è il difensore della Juve, che racconta le tappe percorse dopo il Mondiale che l'hanno riportato, infine, a Coverciano: "E' stato un periodo lungo e difficile è brutto non giocare e non stare a contatto con i compagni di club oltre che della Nazionale. Un periodo di alti e bassi che per fortuna sembra finito, sono felice di essere di nuovo qui. Ho pensato di non poter più giocare per il dolore che avevo. Ho fatto fatica psicologicamente fino a quando non ho ripreso ad allenarmi con i compagni. Ho giocato tre partite in una settimana e direi che quindi ero pronto per essere convocato. L'obiettivo è arrivare agli Europei, poi penso che chiuderò con la Nazionale. Avrò 35 anni, non ho quel qualcosa in più che hanno Buffon e Pirlo, e poi l'Italia dovrà ringiovanirsi e confido in talenti come Rugani, Romagnoli ed altri".
Infine, il difensore Campione del Mondo risponde anche alla discussione sugli oriundi che ha fatto seguito alle convocazioni di Eder e Vazquez: “Gli oriundi ci sono sempre stati, ci sono delle regole, se sono convocabili è giusto che siano chiamati perché vuol dire che fanno bene in campionato. Non vedo perché debba essere fatta polemica, anche le altre nazionali li hanno. Se sono bravi, se possono darci una mano, sono i benvenuti in Nazionale".
Eder e Vazquez che sono, assieme a Mirko Valdifiori, i volti nuovi di questa Nazionale di Conte. Visibilmente emozionato, il centrocampista dell'Empoli ha così raccontato le sue sensazioni: “E' una gioia immensa, un grande orgoglio e una soddisfazione essere qua. Ringrazio l'Empoli, che mi ha messo nelle condizioni di arrivare in azzurro. Sensazioni? Di mister Conte mi ha colpito la sua voglia di darci fin da subito un'identità tattica tutti quelli che vanno in campo devono sapere cosa devono fare. I suoi allenamenti duri? No, non sto facendo fatica: dentro di me ho grande entusiasmo e adrenalina, anche con mister Sarri lavoro molto sulla tattica. Pirlo? Nel mio ruolo è il numero uno al mondo da dieci, dodici anni. Quando guardo le sue partite cerco sempre di imparare qualcosa. So che devo migliorare nella fase difensiva e cercare anche di andare più spesso alla conclusione”.