"La Nazionale italiana deve essere italiana". Roberto Mancini ed Andrea Mandorlini, tecnici rispettivamente dell'Inter e del Verona, prendono una posizione netta contro la convocazione degli oriundi in azzurro. Tema scottante, che si ripropone ad ogni convocazione, quasi come un appuntamento fisso, e torna d'attualità in questi giorni dopo la convocazione da parte di Antonio Conte di Eder e Vazquez.
Quello degli oriundi in nazionale è un tema che divide, a volte, raramente, unisce, ma che non ha mai trovato unione d'intenti nel calcio italiano, non solo negli ultimi anni. Come detto sono due gli allenatori che, nella giornata di oggi, hanno espresso il loro parere a riguardo, contestando le due convocazioni nel particolare, ma anche l'idea quanto tale.
Si parte dall'allenatore neroazzurro, che intervistato all'Hotel Hilton ha riferito: "Io so che la nazionale italiana deve essere italiana. Magari ci troviamo in nazionale un giocatore che non è italiano ma che ha solo dei parenti qui. Ma questa è solo la mia opinione. Germania? Ma i loro giocatori sono nati in Germania... Io penso che un giocatore italiano meriti di giocare in Nazionale, mentre chi non è nato in Italia, anche se ha dei parenti, credo non lo meriti. Se le regole sono queste Conte fa bene ad applicarle, ma io resto della mia opinione. Però facciamo tanto per far uscire i giovani e poi prendiamo gli oriundi. Sarebbe meglio far uscire i nostri giovani".
Gli fa eco anche Andrea Mandorlini, reduce dalla riunione tra gli arbitri della 'Can A' e i dirigenti, capitani e allenatori di Serie A: "Oriundi in Nazionale? Io sono per gli italiani veri li vedo ancora come una situazione da sperimentare anche se in realtà lo abbiamo fatto tanti anni fa. Facciamo tanto per far uscire i giovani e poi pensiamo agli oriundi: sarebbe meglio pensare ai giovani".
Le risposte dei protagonisti chiamati in causa non sono tardate ad arrivare. Oltre quelle di Conte (che trovate qui), hanno risposto anche Tavecchio e l'allenatore del Palermo, Beppe Iachini: "Vazquez ha la mamma italiana, più italiano di lui... Se uno sente un'appartenenza sulla base di un legame affettivo tanti discorsi in più servono a poco", ha detto l'allenatore rosanero.
"Gli oriundi in Nazionale? Con uno di loro mi pare che abbiamo vinto anche un Mondiale nel 2006. Conte comunque ha la libertà assoluta di individuare le persone che hanno titolo per giocare. Se uno ha la cittadinanza può giocare, è cittadino italiano quindi il discorso è chiuso". Queste, infine le parole di Tavecchio, presidente della FIGC.