Intorno al 24° minuto della prima frazione di gara della partita fra Juventus e Genoa, Tevez è costretto un attimo a prendere fiato. A gioco fermo l'Apache si alza e si avvia a bordo campo zoppicante. L'impressione è quella che l'argentino possa uscire: inutile rischiare un altro fuoriclasse in vista della sempre più infuocata parte finale della Champions League (a maggior ragione dopo aver perso Pogba) sull'altare di un Campionato ormai vinto, che può esser condotto in porto anche al piccolo trotto.
Dopo un minuto Carlos è lì, in piedi, a giocare. E non te ne accorgi subìto ma solo dopo una manciata di secondi quando, al limite dell'area avversaria, angolo destro dove si incrociano lato lungo e lato corto, ottiene il possesso palla. Carlos scruta l'area alla ricerca di un compagno da servire con un cross. De Maio che lo marca stretto abbocca alla finta con la quale Tevez si porta palla sul destro ed accelera in maniera veemente, mandando a monte anche i piani di recupero di Bertolacci, che invece lo guarda a vista. Poco dopo essersi allungato il pallone tira in porta. La potenza impressa nel calcio è incredibile: il tiro va a morire sotto la traversa alle spalle di Perin.
La Juventus passa in vantaggio sul Genoa, il rumore del gol di Tevez riecheggia inesorabile in una domenica priva di altre gare alle 15, quasi come un ticchettìo di lancette in una stanza vuota. Carlos Tevez si riappropria, fra l'altro, anche della vetta solitaria della classifica marcatori.
E dire che per quanto visto nei primi minuti il Genoa avrebbe meritato tutt'altro che l'1-0. Sin dai primi minuti la gara è godibile, giocata a buon ritmo, con squadre pronte ad aggredire l'avversario a qualsiasi latitudine. Il Genoa è disposto col solito 3-4-3 : al centro Kucka e Bertolacci con Tino Costa relegato in panchina. Davanti, per sostituire Iago squalificato, Gasperini opta per l'estroso ma lezioso Lestienne e non per Borriello (con Perotti largo) oppure Laxalt. Dietro i soliti tre: Roncaglia, Burdisso e de Maio, nonostante le titubanze del primo del terzetto. La Juventus invece non fa sconti e approfitta del grosso vantaggio sulla Roma per continuare a tenere in caldo l'opzione 3-5-2: Barzagli torna titolare, insieme a Bonucci e Chiellini. A centrocampo Pogba è infortunato, Pirlo sta recuperando e quindi i mediani sono obbligati: Vidal, Marchisio e Pereyra visto che Padoin sta largo a sinistra. In attacco con l'Apache c'è Llorente.
Nei primissimi minuti molti ribaltamenti di fronte, con il primo sussulto procurato da Niang, trovato da Perotti che aveva disturbato Bonucci in avvio d'azione juventina con la mossa pressing alto (che per larghi tratti sarà il leit motiv del match). Palla a lato per l'ex Milan, cui unico lampo rimarrà questo per tutti i 90 minuti. Al 9° minuto è invece la Juventus a rendersi pericolosa: Llorente anticipa de Maio sulla trequarti, si gira, punta l'area di rigore ma è troppo impacciato nel cercare il dribbling (quando avrebbe potuto anche tirare) e si fa stoppare.
Sarà buona la prova di Fernando Llorente, per quanto sfortunata. All'inizio del secondo tempo, all'ex A.Bilbao, capiterà la più grande chance non trasformata del match: su calcio d'angolo Perin compierà una bella parata sull'incornata dello spagnolo, poco prima che Chiellini, su tentativo di spazzata di Bertolacci, colpisse la traversa. Al 63° l'altra occasione formato maxi per Llorente: a tu per tu con il portiere riesce a trafiggere l'estremo difensore avversario. Ma Kucka sarà lì, pronto a negargli la gioia personale con una scivolata molto puntuale a salvare tutto.
Dall'occasione giunta al 63° momento in poi la Juventus abbasserà la guardia, esponendosi alle pericolose follate di Laxalt e Borriello, gli innesti di Gasperini, sempre pronti a fare pressing ed a fare battaglia con i difensori avversari. Complici sicuramente i 90 minuti di Dortmund i bianconeri, oltre alla guardia abbassano anche il baricentro e tremano in un paio di occasioni, su tutte quando nel finale Barzagli grida al mondo che è tornato: cross da destra verso Perotti (insieme a Bergdich uno dei genoani più positivi), che sta arrivando come un treno sul secondo palo. Il traversone taglia l'area senza che Bonucci e Chiellini possano intervenire. A farlo è Barzagli che provvidenziale interrompe l'azione con un piattone che manda a morire in calcio d'angolo l'occasione ligure.
In realtà non è solo il peso dei 90 minuti del Westfalenstadion a contribuire al tardo assalto genoano: intorno all'ora di gioco cade il secondo episodio più determinante della gara dopo il gol di Tevez. Durante una delle sue percussioni in area (molte. A conferma che, come dice Allegri, il ruolo nel quale può fare più male è l'interno e non il trequartista) Pereyra si lascia abbondantemente cadere per terra dopo un contatto veniale con Roncaglia. L'argentino, con le ultime disgrazie difensive genoane sul groppone, espone il sorriso consapevole di chi stavolta non ha sbagliato quando Di Bello fischia il calcio di rigore. Dagli undici metri si presenta Tevez e stavolta Carlitos non sarà capace di colpire. Il subentrato al 52° Lamanna (Perin infortunato, Conte dovrà rivedere i convocati) lo ipnotizza e gli para il penalty. Per il dodicesimo del Genoa è la seconda volta in stagione che accade di entrare a gara in corso e parare il rigore: successe anche il 14 Dicembre, quando a sbagliare fu Ljajic.
E' anche - anzi, forse sopratutto - per questo che nel quarto d'ora finale la Juventus dovrà sudare un paio di camicie per evitare il pareggio. Stavolta basta l'1-0, come piace ad Allegri, che richiede "equilibrio" ed equilibrio ottiene da tre partite a questa parte in Campionato. Per i campioni d'Italia in carica è infatti il terzo 1-0 consecutivo dopo quelli a Chievo e Palermo. il quinto in questa Serie A ed il nono trionfo con un solo gol di scarto in questo Campionato. Vincere con il minimo sforzo, sull'onda dell'autostima e del carattere. Sesto successo consecutivo allo Juventus Stadium in A, dove non è ancora arrivata una sconfitta in Campionato. 19° risultato utile in Serie A dove appunto solo il Genoa (all'andata) è riuscito a bettere i bianconeri. +17 sul secondo posto, lontanissimo.
Al Genoa, comunque autore di una buona prova oggi, la vittoria manca da quattro gare (due sconfitte e due pareggi) e da tre fuori casa. Secondo match a senza nemmeno una rete messa a segno (solo due nelle ultime quattro). L'Europa si allontana.
Gli highlights: