Eusebio Di Francesco aveva smesso, chiuso col Calcio. Poi la rinascita, il ritorno a Pescara, il primo amore e l'inizio di una nuova carriera. L'allenatore Di Francesco è attento, meticoloso, ha un carattere particolarmente affine con quello dei campioni: lancia nel calcio che conta un bimbo quasi prodigio, Marco Verratti"In C1 era infortunato. Quando è guarito l’ho arretrato mediano davanti alla difesa: ne ha le caratteristiche tecniche e psicologiche. Non è un trequartista, gli manca il passo e, soprattutto, non tira mai in porta. Il Psg ha pescato nella nostra povertà. Erano arrivate offerte di Juve e Napoli, impossibile non accettare quella francese. Sbagliamo a non osare, a non cercare prima i talenti. L'unica che ci prova è la Juve". 

La stessa Juventus che sta dominando il campionato, che ha nel suo Sassuolo tanti di quegli uomini che potrebbero farla grande in futuro. Parliamo di Berardi e Zaza, che dovrebbero avere un futuro bianconero. L'ex centrocampista della Roma ne analizza pregi e difetti: "Berardi? Tecnica e spregiudicatezza allo stato puro, con intelligenza. Mi auguro che rimanga così. Non si fa condizionare. Un pregio? E’ sincero. Un difetto? E’ permaloso... E soffre le novità improvvise. Zaza? Era un anarchico, ora è solo imprevedibile, specie sui gol. Un pregio? Sensibile, disponibile, generoso. Un difetto? Un coccione, come diciamo a Pescara, un testardo. Se andranno là è perché la Juventus li riterrà importanti. Per me lo sono: Berardi ha appena 20 anni, da tre si esprime ad alti livelli". 

Il Sassuolo di Di Francesco vola, lunedì l'esame Napoli al San Paolo. Cosa si aspetta? "Mancherà Higuain ma ci sarà Zapata, che volevamo a gennaio: ottimo attaccante. Al Napoli bastano 10 minuti per farti male. Dietro, però, qualcosa concede. Cerco di trasmettere una mentalità offensiva. Sarò noioso, ma l'ho imparato da Zeman. Anche per i giovani: se uno è bravo, lui gli dà fiducia. Donsah è l'ultimo."

Infine, le soddisfazioni in campo. Gli viene chiesto se si sente un allenatore da Juventus e cosa ha provato nel battere l'Inter dopo un parziale di 14-0: "Una liberazione... (sospirone, ndr) Era la nostra sindrome, l’abbiamo debellata".