Il Torneo di Viareggio è da sempre terreno fertile per la crescita e per l'affermazione di grandi campioni. Nel corso degli anni della prestigiosa manifestazione toscana sono tanti i futuri campioni che poi si sono affermati nel Calcio che conta. Quest'anno, è stato l'anno dell'Inter, cosi come vi abbiamo raccontato ieri. Ma ciò che ci preme sottolineare, oltre alle prove della squadra imbattibile di mister Vecchi, sono le prestazioni e le parate di un giovane conosciuto, ma che merita le luci della ribalta, quelle vere: Pierluigi Gollini, portiere del Verona e miglior numero uno del Torneo.

Gollini nasce a Bologna il 18 marzo del 1995 ed inizia la sua avventura da calciatore come centrocampista, prima di retrocedere nelle giovanili della Spal come difensore all’età di 14 anni. Alla fine della prima stagione, si presenta al campo d’allenamento con i guantoni alle mani e dà finalmente sfogo alla sua vocazione. Arriva l'esplosione. Le doti innate e le sue prestazioni in maglia biancazzurra nel campionato Giovanissimi attirano le attenzioni di club prestigiosi come Milan, Juventus e Inter. A spuntarla è la Fiorentina, grazie all’intervento ed all'occhio lungo dell’ex direttore sportivo Pantaleo Corvino. Con la maglia viola ci resta solo un anno, il tempo di conquistare Sir Alex Ferguson che gli apre le porte di Old Trafford, il Teatro dei Sognim, . L’offerta dei red devils è di quelle ghiotte ed irrinunciabili, anche se a soli 16 anni. Senza pensarci due volte, Pier fa le valigie e si trasferisce in Inghilterra. La sua esplosione è rallentata da un infortunio, ma con la maglia dell’Under 18 dello United riesce ugualmente a mettersi in mostra, mettendo pian piano in fila gli altri quattro portieri a disposizione di Paul McGuinnes. Grazie alle sue parate si guadagna un posto nell’Under 21 del club, la fascia di capitano nella nazionale italiana Under 18 e infine la convocazione nell’Under 19.

Alto e dotato di un fisico ben impostato nonostante l’età, ha fatto parte della squadra allenata da Nicky Butt (ex mediano di United e Newcastle) ed ha partecipato alla Uefa Youth Cup, la Champions League dei giovani, con la maglia dei Red Devils. Le sue migliori doti sono le uscite e il confronto a tu per tu con l’avversario, oltre ad una spiccata ed innata propensione ad intuire e parare i calci di rigore.

Tornato in Italia, al Verona, Pierluigi fa il suo esordio anche in Serie A, proprio un girone esatto fa. Verona-Genoa finisce 2-2 ma tra i pali degli scaligeri c'è quel ragazzino che aveva lasciato l'Italia per il Manchester United. Si parla tanto di talenti in fuga, campioni affermati come giovani promesse. Una volta, per una volta, per fortuna, possiamo parlare di un potenziale fuoriclasse che torna nel Bel Paese. Nonostante i due gol presi Gollini mette in mostra abilità e presunzione, quella giusta, che non guasta mai nel ruolo fondamentale che ricopre.

Il giovane bolognese, appena tornato in Italia aveva cosi commentato la sua decisione di espatriare: "Era un’esperienza che volevo fare, mi sembrava un’opportunità unica, non solo dal punto di vista calcistico, ma proprio come esperienza di vita, perché comunque andare via dal proprio paese a 16 anni non è facile. Io sono molto determinato, ho ritenuto giusto farlo e andare avanti. Per un giovane è fantastico poter parlare con giocatori di quell’esperienza, di caratura mondiale. Il Verona? E’ un investimento che io e anche la società abbiamo fatto su me stesso. Rafael è lì da tanti anni, è già un portiere affermato, io sono molto giovane, ho molto da imparare. Devo crescere e punto un giorno a diventare un portiere titolare. A Manchester mi avevano offerto un altro contratto, però ho pensato che, dopo tre anni, fosse meglio tornare in Italia in una piazza importante come Verona, anche perché secondo me la scuola italiana dal punto di vista dei portieri è superiore".

La storia di questo Torneo di Viareggio inizia agli ottavi di finale dopo aver superato indenne, per demeriti delle altre squadre, le gare del girone 3 con Napoli, Pakhtakor e New York. Agli ottavi c'è il Genoa, gara ostica, dura, rognosa. Finisce 0-0 e si va ai rigori. Gollini è super, come sempre. Para due rigori su cinque. Il primo, a Ghiglione e l'ultimo, quello decisivo su Gulli (nella foto).

Arriva il giorno dei quarti di finale, contro il Napoli, squadra già affrontata nel girone. Era finita 0-0 e la storia si ripete. Questa volta Gollini si supera. Ne para ben tre di rigori. Prezioso, Esposito e Negro restano ipnotizzati dal portierone scaligero, che regala un sogno ai compagni e a se stesso. La semifinale con la Fiorentina, oltre ad essere storica per la squadra di Pavanel, rappresenta la prima sfida da ex di Gollini contro la sua ex squadra. E non delude le attese. Dopo un inizio difficile il Verona la ribalta e le parate, miracolose, del numero uno gialloblu, rendono il sogno ancor più profondo e bello, illuminandosi delle luci della ribalta che solo la finale del Torneo di Viareggio può dare.

L'Inter è una corazzata, lo sanno tutti. Vincere anche la finale sarebbe la ciliegina sulla torta, il coronamento di quel sogno. Ma a volte, quando si sogna, capita anche di risvegliarsi con l'amaro in bocca e pensare a quel che è stato. Il Verona esce sconfitto dal Romeo Anconetani, ma a testa più che alta. Dopo averla recuperata con il gol di Cappelluzzo, gli scaligeri sono quasi convinti di portarla ai supplementari. Motivo? Le parate, in serie, decisive, impressionanti, di Gollini sembrano alzare un muro invalicabile dietro alle sue spalle. L'Inter ci prova con Bonazzoli, Baldini, Camara, Rocca e Sciacca, ma tutti sbattono contro il muro, che rispedisce al mittente tutti i tentativi. Tranne uno. Peccato che dopo l'ennesima prodezza su Baldini, il destro di Gyanfi sia troppo anche per lui, che deve chinarsi e raccogliere soltanto il premio come miglior portiere del Trofeo. Un'amara consolazione, un premio che certo vale tanto, ma che non allevierà l'amarezza per essere stati ad un passo davvero breve dall'alzare la Coppa ben più prestigiosa.

Delusione che con il tempo passerà. L'importante è che Gollini resti con i piedi saldi per terra, anzi no. Con i piedi e le punte a terra, ma pronte a saltare per fermare, ancora una volta, gli avversari di turno. Magari sui campi di Serie A.