La Lazio apre al meglio il suo 2015, con una vittoria in una sfida dal sapore intenso d'Europa. Infatti all'Olimpico arrivano due squadre entrambe a 27 punti, terze in classifica e con la forte intenzione di rimanerci. Mihajlovic, per la prima volta senza Manolo Gabbiadini, opta per un 4-3-1-2, con Soriano dietro al duo Okaka-Eder. Out De Silvestri, dentro Cacciatore. Pioli da parte sua conferma il 4-3-3, non rischia Candreva, al rientro da 2 mesi di stop (per lui solo 10 minuti nel finale), e preferisce Djordjevic a Klose. Biglia dentro a coordinare le giocate, anche se la diffida dell'argentino, in vista del derby, avrebbe potuto favorire Ledesma dal primo minuto.

Tutto l'equilibrio che ci si poteva aspettare da questa sfida, è stato rimandato alla gara di ritorno. Perchè la Lazio ha dominato dal primo all'ultimo minuto e la Samp non è mai stata pericolosa. I biancolesti sono stati trascinati letteralmente da un uomo capace di incidere su tutti e tre i gol. Questa sera davvero micidiale, difficilmente marcabile: Felipe Anderson. Lo stesso Mihajlovic ha ammesso la superiorità biancoceleste, al termine della gara:"La Lazio ha giocato meglio questa sera, ma noi non siamo stati la Samp sopratutto dal punto di vista dell'intensità." Non resiste ad elogiare lui stesso Felipe Anderson: "Sembrava Cristiano Ronaldo, ha spaccato in due la partita". Dopo una prima mezz'ora di equilbrio dove però la Samp non ha mai messo in difficoltà Marchetti e la partita si giocava, costantemente, nella metà campo difesa da Viviano, Felipe trova il guizzo sulla sinistra: palla in mezzo per Parolo che, con i tempi giusti trova il tap-in vincente. La strada sarà tutta in discesa per i padroni di casa. Dopo 3 minuti Felipe Anderson trova il colpo di magia: dai 20 metri lascia partite un tiro di collo-esterno che trafigge Viviano, assolutamente esente da colpe. Il primo tempo si chiude con la Lazio meritatamente in vantaggio e con un pensiero fisso: il ragazzo col numero 7 sta incantando la platea.



"Sono soddisfatto dei miei attaccanti e dei movimenti che hanno fatto durante la partita." Parole di Stefano Pioli, a fine gara. Sicuramente non si riferivano al terzo gol. Perchè di tattica, nel gol del definitovo 3-0, c'è veramente poco. Certe giocate non le prepari, vengono lì, sul momento, è il talento che le chiama, è il piglio del grande. Felipe Anderson decide di partire da metà campo: uno, due, tre, nessuno lo riesce a prendere. Felipe è più veloce. Sposta la palla prima dell'intervento del difensore che, inevitabilmente, cade a terra. Il gol è servito, Djordjevic appoggia in rete, quasi timidamente. Eh si, perchè se si inventasse una regola sull'attribuizione del gol per meriti inderogabili, quella segnerebbe sul taccuinio dell'arbitro il nome di Felipe Anderson. Inutile dire che è stato il migliore in campo. Lo riconosce pure Sinisa, acclamato tra l'altro dalla Curva laziale, e Marco Parolo ribadisce che il suo talento sarebbe dovuto solamente esplodere perchè le qualità già c'erano:"Lo vedevo in allenamento e non mi capacitavo perchè non fosse decisivo poi in partita. Adesso è un valore aggiunto, è un grande giocatore." Il gol, segnato al 65esimo da Djordjevic, chiude deifinitivamente la partita, il resto è formalità. La Lazio saluta il suo pubblico negli 'olè' finali e si prepara, come meglio non avrebbe potuto, al derby dell'11 Gennaio. "Prepariamo la sfida con la Roma con la giusta convinzione", parola di Stefano Pioli.