Il calcio che cambia e che si sposta verso l'organizzazione e la gestione psicologica di un gruppo di calciatori non può prescindere dalle sue stelle. Ronaldo, Messi e Neuer, Ancelotti, Guardiola e Mourinho. Con tutto il rispetto per i nostri allenatori, qualcosa non ha funzionato nel nostro Paese.
Società e istituzioni, calendari, impegni, regole. Affrontiamo la questione tecnica o meglio pratica: non ci sono soldi. Servono più le idee, la fantasia dalla trequarti alla scrivania, il gruppo prima del singolo.
Roma e Juventus rimangono le nostre corazzate, fragili oltre i confini, ma sempre ottime squadre. La flessione dell'ultimo periodo appare casuale, ma potrebbe celare antiche debolezze. Il mercato, senza cash, pare un appiglio. Dovranno approfittarne le grandi, andando a cercare quei giocatori scontenti dell'attuale destinazione.
Le stelle se le tengono gli altri e noi ci accontentiamo delle briciole. Serve inventiva, serve un disegno politico e istituzionale diverso, più vicino al gioco inteso come spettacolo e divertimento.
Che questo 2015 ci riporti un po' indietro nel tempo, alle giocate dei grandi campioni in cerca della definitiva consacrazione. Questo calcio ha bisogno di questo. Passione ed entusiasmo. Il pallone bello gonfio e sempre al centro.