Antonio Conte si scopre solo, l'Italia si sente di troppo. L'incontro, chiamato a dirimere i punti di rottura tra club e Nazionale, si è risolto in un nulla di fatto. Un sì con riserva, questo quanto ottenuto dal Ct, con la sensazione di chiusura dei top team, impegnati nelle Coppe. Si sbraccia Conte, lontano dal campo, eppure in difficoltà. L'Italia che affida la ricostruzione al carattere burbero e poco incline al compromesso di Antonio si scontra con gli interessi individuali. 

L'arrabbiatura si fa più seria con l'avvento del nuovo anno. Alle porte il calendario di avvicinamento al prossimo Europeo, in programma nel 2016 in Francia. La Serie A chiude i battenti sul finire di maggio, a meno di venti giorni dall'inizio della rassegna continentale. Un'inezia, una follia. Preparare l'evento del rilancio con i cocci della massima serie e energie al lumicino.

Conte schiuma rabbia, si sente soldato senza difese, allo sbaraglio nella sabbie mobili dell'interesse di parte. L'Italia è bene elevato al di sopra di ogni sospetto solo in eventi mirati, altrimenti si traforma in impaccio e intralcio. La si vuol grande, senza concederle il tempo per diventarlo. In una cornice tipicamente italiana, una guerra intestina, da una parte la Lega, con i club, dall'altra l'Italia, con Conte. In attesa del finale, senza vincitori.  

Fonte Gazzetta dello Sport