Varese contro Lazio sembrava una mission impossible per gli uomini di Bettinelli. E tale è stata. Perlomeno guardando il tabellone finale. Impietoso. 3-0 Lazio, Konko al 23’, Djordjevic al 25’ e Anderson all’81’. Tutto come da pronostico. Se non fosse che il Varese ha giocato a viso aperto, mettendo in difficoltà la retroguardia di Pioli in più occasioni, sfiorando anche il vantaggio. Sì, il piccolo Varese del signor nessuno Bettinelli (ricordi, Criscitiello?) riesce anche a mettere paura alla Lazio, all’Olimpico. L’ultima in classifica in Serie B, invischiata nella lotta per non retrocedere, gravata della zavorra di quattro punti di penalizzazione. Contra una Lazio priva di Candreva, ok, senza Klose, ok, senza Biglia, ok.

Ma il giovane Simic regge benissimo il confronto con il bomber Djordjevic, che gli scappa però una volta sola, segnando. Fiamozzi e Luoni placano l’urto delle due frecce Keita ed Anderson. Blasi si ricorda di essere stato un centrocampista di Serie A, e mette in ogni contrasto tutta la cazzimma che lo contraddistingue. Neto Pereira, prossimo ai 36 anni, fa ballare Cana e De Vrij. Poi il resto lo fa l’esperienza, la capacità in una grande squadra di tagliare le gambe all’avversaria quando necessario. E questo fa la Lazio. Uno due terribile a metà primo tempo, e partita chiusa. Fa esattamente ciò che il Varese non aveva fatto poco prima, segnare. In un pomeriggio di dicembre, alle 16 in un Olimpico quasi deserto, impietoso, i tifosi varesini giunti a centinaia nella capitale, regalano una prova d’attaccamento bella e struggente. Ben consapevoli di quanto fosse proibitivo fare risultato a Roma, sono accorsi in massa per sostenere la squadra.

Entrambi gli allenatori si sono presentati con formazioni rimaneggiate: Bettinelli regala l’esordio stagionale a Perucchini, portiere scuola Milan che la scorsa stagione ha militato nel Lecce. L’indisponibiltà di Rea e di Corti apre le porte nell’undici titolare a Simic e Blasi, mentre Barberis prende il posto dell’acciaccato Capezzi, che entrerà comunque a partita in corso. Dal canto suo, Pioli rilancia Berisha tra i pali, regalando spazio a Konko sulla sinistra e ad Onazi e Ledesma a centrocampo. A riposo forzato Candreva, probabilmente il suo 2014 è finito sabato sera a Verona. A sorpresa, resta fuori anche Klose che era dato titolare ad ogni latitudine. La sua esclusione, forse dettata da problemi fisici, alimenta i sospetti su un rapporto ormai logoro con la società. Vuole giocare, non si sente ancora un ex calciatore e soprattutto non si sente inferiore a Djordjevic. E la sua partenza a Gennaio, inevitabilmente si avvicina sempre di più.

Non è stato di certo un match a ritmi sostenuti, nessuno aveva l’interesse a forzare. La Lazio perché padrona della qualificazione già dopo un quarto di partita (prossimo turno, ottavi di finale contro il Torino), ed il Varese che, seppur abbia giocato mettendo in campo anima e corpo, si è dovuto adeguare al palleggio insistito dell’undici di Pioli. Entrambe le squadre sono ora attese da due prove ostiche; il Varese sabato ospiterà in casa la Virtus Entella, in una vera e propria sfida salvezza, mentre la Lazio sarà di scena a Parma. I tifosi varesini però, nonostante tutte le difficoltà, ci credono fino in fondo. Struggente, nel finale, il coro: “Resteremo, resteremo, resteremo in Serie B”.

Pagelle: 

Berisha 6: Nei primi minuti il Varese è più volte pericoloso, ma non è mai chiamato direttamente in causa.

Konko 6,5: E’ suo il gol del vantaggio, aiutato anche dalla deviazione di Simic. Poi ci va vicino un’altra volta, ma Perucchini lo stoppa.

Cana 5,5: Neto e Lupoli a tratti gli scappano via, ma per sua fortuna non concretizzano mai. 

De Vrij 6: Nel gioco aereo è una sentenza, sono tutte sue, tranne quando sui calci piazzati c’è Borghese dalle sue parti. 

Lulic 5,5: Corre tanto, come suo solito, ma non è un fattore.

Onazi 5,5: Un bruttissimo fallo su Barberis ad inizio partita che forse avrebbe meritato più del semplice giallo. Ci prova anche da lontano, senza esito.

Ledesma 6: Regia silenziosa, sapiente, non si vede ma c’è. 

Ederson 6: Ci prova un paio di volte da fuori

Felipe Anderson 7: Un funambolo, a tratti fumoso. Spende intelligentemente un fallo per fermare Neto in ripartenza, pii segna un gran gol, aiutato dalla deviazione di Luoni. 

Keita 6: Come Felipe Anderson, salta l’uomo quando vuole, ma risulta sempre inconcludente. Con quello spunto, potrebbe spaccare le montagne.

Djordjevic 7: Che ci sia il sole o che piova, che nevichi o che cadano le foglie, questo segna. E per un attaccante, è l’unica cosa che conta. 

Braafheid 6: Roccioso, gioca la ripresa al posto di Ederson e concede davvero poco.

Mauri 6,5: Prova per due volte il gran gol al volo, e ci va vicino.

Gonzalez sv

Varese: 

Perucchini 7: Incolpevole su tre gol, compie almeno tre grandi parate, su tutte quella sull’incornata di Konko da due passi.

Fiamozzi 6: Non spinge come suo solito, soprattutto perché dalla sua parte la Lazio preme molto. Cresce nella ripresa e alza il baricentro.

Borghese 6,5: Colpisce un palo clamoroso da due passi su angolo di Zecchin, poi fa la guerra con Djordjevic. L’altro segna, ma lui non sfigura.

Simic 6,5: 19 anni, ma si comporta da consumato difensore centrale. Attento in chiusura, si concede anche un recupero in velocità su Keita.

Luoni 7: E’ l’emblema di questo Varese. Fino al 30 agosto era in Lega Pro all’Albinoleffe, oggi sul prato dell’Olimpico. E ha tenuto benissimo il campo. 

Barberis 5,5: In difficoltà, perde il pallone da cui scaturisce il vantaggio laziale.

Blasi 6,5: Lotta come un leone, a 34 anni, ricordandosi del suo passato da mastino sui campi di Serie A.

Rivas 6,5: Alcuni grandi spunti, mette paura a Konko ogni qualvolta lo punta. Poi si arrende ai soliti dolorini muscolari. 

Lupoli 5: Sui suoi piedi passano almeno tre occasioni importanti, ma non le sfrutta. 

Neto Pereira 7: A quasi 36 anni, il brasiliano fa ballare da solo una difesa di Serie A. Elegante e leader. 

Petkovic 6,5: Entra finalmente con il piglio giusto, e si mette in mostra con alcune ottime giocate. 

Capezzi 6,5: Il talentino di scuola Fiorentina dimostra di avere carattere, personalità e geometrie. Presto lo vedremo ancora all’Olimpico, ed in tutti i campi di Serie A. 

Scapinello 6: Bettinelli gli regala uno scampolo di match. Non ha tempo di mettersi in mostra, ma per lui è già un sogno esserci.

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Alberto Coriele
C è chi dice che il calcio sia questione di vita o di morte; non concordo con questa affermazione; posso assicurarvi che è una questione molto, ma molto più seria