Gol, prodezze individuali, cartellini, foga agonistica, è il derby. Juventus e Torino, in campo, cancellano il presente e l'abisso tecnico e economico. Novanta minuti che fanno storia a sè, che si fregiano di altri connotati. Non ci sono sul terreno di gioco scudetti e trofei, ma orgoglio e passato. Il Torino crede di poter vincere, e gioca come se fosse l'ultima partita, l'ultima battaglia. La Juve, stanca, si aggrappa ai campioni. Ne esce un match a tinte forti, aperto dal rigore di Vidal, illuminato dalla discesa libera di Bruno Peres, sconvolto dall'espulsione di Lichtsteiner e griffato dall'eterna classe di Pirlo. Un colpo da grande, un colpo al cuore granata. Pesano sul groppone quei contropiedi poco sfruttati. Pesa come un macigno quel latente cinismo che solo le squadre fatte e finite sanno avere. Allegri si gode il successo, difficile, Ventura, sornione in settimana, torna a casa con buone cose, ma nessun punto.
Una sola novità nell'undici iniziale delle due squadre. Allegri deve rinunciare a Buffon, colpito da problemi alla spalla, e rilancia Storari. Davanti Llorente e Tevez, a sinistra Evra. Attacco pesante per Ventura con Quagliarella e Amauri.
L'inizio è bianconero. Il primo squillo verso la porta di Gillet reca la firma di Llorente. Il colpo di testa dello spagnolo non crea però patemi. Passa qualche minuto e arriva il vantaggio Juve. Pirlo calcia un piazzato dai venti metri, la palla incocia contro il braccio di El Kaddouri e per Orsato è calcio di rigore. A nulla valgono le proteste granata. Vidal va dal dischetto e non sbaglia, due volte. Ripete il penalty, cambia angolo e supera Gillet, 1-0. Al 23' tutti in piedi per il pari del Torino. Bruno Peres ricama un capolavoro destinato a invadere televisioni e salotti. Una "sgambata" di 70 metri, conclusa con un perfetto diagonale. Lo schiaffo colpisce la Juventus e la partita ritrova il naturale equilibrio. Solo sul finale di tempo la Signora torna a spaventare Gillet. Tevez colpisce male al 35'. Vidal e Marchisio non inquadrano lo specchio ed è ancora l'Apache, dal limite, al 45', a cercar fortuna. Al riposo 1-1.
La ripresa si apre con un Torino aggressivo e al 53' la premiata ditta Amauri - Quagliarella confeziona un'occasione degna di nota. Cross basso del brasiliano, conclusione in allungo dell'ex, ma palla a lato. Amauri prova allora la gloria personale, ma di testa stuzzica solamente Storari. La botta da lontano di Bonucci non scuote la Juve e Lichtsteiner in pochi minuti combina la frittata. Prima prende il giallo per proteste, poi viene cacciato per un fallo su El Kaddouri. Morata, entrato nel frattempo per Llorente, si sacrifica e restituisce energia alla fase offensiva. Poco prima del secondo giallo all'esterno, il gol annullato a Vidal, in posizione di offside. Perfetto l'assistente di Orsato nell'occasione. In dieci, la Juve si scopre priva di difese e il Torino dilapida continue ripartenze. Clamorosa quella al minuto 81. Il 3vs1 non sfruttato, apre la strada a cattivi presagi. Mancano pochi secondi, quando Pirlo batte di prima intenzione indovinando l'angolo vincente. L'ultima istantanea del derby è il genio della lampada, il campione senza tempo. Vince la Juve, al Torino restano gli applausi.
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