Solo contro tutti, o meglio, soli contro tutti. L'Italia alza le barricate e si isola dal panorama calcistico, da giornali e stampa, dagli addetti ai lavori. Lo fa per bocca del Ct, lo fa con toni forti e in parte non preventivabili. Le scaramucce pre Italia - Albania, lasciano il posto a un vero e proprio attacco mediatico. Conte è un fiume in piena, lo sguardo è lontano, esprime rabbia, ma non fornisce ulteriori indicazioni. Una sorta di fantasma, un nemico senza nome quello a cui si aggrappa l'allenatore azzurro.
L'Italia vince, rende omaggio a Genova, ma non è felice. Non lo è Antonio Conte, a suo dire sempre nel mirino, attaccato eppur vincente. L'ex guida bianconera ricorda il suo ruolino in Nazionale, privo di battute d'arresto, evidenzia la difficoltà di scegliere a mani basse in un calcio oggi più povero, di fronte alla ricca Europa, e si imbufalisce sull'ennesimo richiamo a Balotelli.
C'è Mario ancora una volta al centro. L'addio si colora di nuove indiscrezioni. Non un problema fisico alla base del ritorno in terra d'Inghilterra, ma la consueta indolenza. Quel caracollare che infastidisce non poco un lavoratore come Conte. "Con tutti i problemi che abbiamo, ancora parliamo di lui? Se va in discoteca o no? Io sto cercando di salvare un prodotto che sta andando in estinzione, è chiaro? Non ho la presunzione di poterlo cambiare io; se già altri allenatori in passato non ce l'hanno fatta, dovrà rendersene conto lui stesso. Ma io non ho tanto tempo, e per certe cose ne serve". L'Italia chiude il suo percorso invernale con il pari con la Croazia e il successo in amichevole con l'Albania, ma il sereno resta lontano da un gruppo travolto da polemiche e contrasti.
"Ci vuole più amore per questa Nazionale. In tre mesi di lavoro e tre raduni, invece, ho capito che viene vissuta come un fastidio. Qualcuno storce il naso anche se parlo di intensità nei pochi giorni in cui ho i ragazzi a disposizione. C’è poca collaborazione nei confronti di questa squadra. E’ cambiato solo l’allenatore, i problemi sono rimasti tutti lì. Si parla tanto di rilanciare il movimento e poi non si fa nulla, come se fossimo ancora i migliori al mondo. E’ ora che tutti vedano a che punto siamo. E che si cominci a lavorare per davvero, perché io so fare solo questo e non sono venuto qui a perdere tempo”
"Mi si chiede di dare un’impronta nuova, ma poi devo essere messo nelle condizioni di farlo. Se non posso lavorare con questo gruppo per i prossimi quattro mesi è un problema. Sono qui per incidere, l’ho già fatto con 5 vittorie e 1 pareggio in 6 partite, ma se non posso incidere è un problema grosso”