Si riparte, il calderone della serie A torna a bollire dopo le coppe, cominciando proprio da chi le coppe quest'anno non le fa per forza di cose, da chi quelle coppe vuole riprendersele un pò perchè il proprio blasone lo richiede, un pò perchè, se ti chiami Sampdoria, sei consapevole che il tuo campionato è cominciato ad un ritmo da far invidia alle big, che, oggi, sono meno big del solito. Arriva a Genova il Milan, nella tana di quella Sampdoria capitanata da un guerriero serbo che proprio non vuole saperne di mollare le prime posizioni della classifica. Arriva a Genova Inzaghi, che riceve i primi fischi dopo gli elogi iniziali, come a confermare che il calcio è materia fatta di risultati, che sono quelli a darti la gloria o a spedirti dritto fuori dai cuori del pubblico, prima che dalla porta, e Superpippo sa che stasera non si può steccare, perchè se i colori che difendi sono il rosso e il nero di Milano, nessun errore passa inosservato. A buon intenditor...
C'è poi l'altra Milano, quella nerazzurra, che di sicuro non se la passa meglio tra infortuni e risultati deludenti che la rilegano ad una nona posizione che proprio non si addice a quello stemma che oggi pare più sbiadito che mai. Domani contro il Verona a San Siro, l'Inter sosterrà un altro esame, in uno stadio, quello casalingo, che ormai riserva più fischi che applausi, e se la panchina di Mazzarri schricchiola, sempre più salda si fa quella di Allegri sulla sponda bianconera di Torino.
La Juve domani, affronta il Parma da prima della classe, dopo l'agognata vittoria in Champions, che se non da sicurezza, almeno permette di rilassarsi un pò ad una squadra che in Italia spadroneggia da tre anni, ad un pubblico che adesso chiede a gran voce il quarto tricolore consecutivo e sogna la Champions che sembra ancora obiettivo inarrivabile per le squadre di casa nostra.
La Torino granata domani fa visita alla Roma che deve tenere il passo della vecchia signora. Garcia si è sbilanciato dopo il match con i bianconeri, promettendo uno scudetto che da troppo tempo non varca la soglia della capitale. Con Iturbe ai box e il doppio 2-0 con Napoli e Bayern da cancellare in fretta da una squadra che incanta col gioco ma ultimamente sembra essersi un po' distratta, come se avesse scordato quel ruolo da antagonista che si è meritatamente ritagliata.
C'è il Napoli alla fine che, dopo la partenza-disastro delle prime giornate, ha ritovato il fattore H, quel Gonzalo Higuain pagato quaranta milioni per far tornare Napoli nell'olimpo delle big e che adesso deve dare dimostrazione di continuità per sedare una piazza che in Svizzera, qualche settimana fa, aveva imbastito una piccola rivolta. Domani, la squadra di Don Raffaè, a Firenze, è attesa da una trasferta ostica, contro una squadra difficile da affrontare specie se i propri gioielli sono al top, niente di meglio per gli azzurri, per dimostrare che la lotta al vertice ha un'altra componente.
Lo spezzatino della serie A è quasi pronto per esser servito, tutto in una giornta, l'undicesima, che, seppur frammentata da orari che fanno comodo solo alle televisioni, è pronta per emettere i propri verdetti. Tutti i nodi verranno al pettine, tutti in una giornata.