Era la partita delle conferme nella Roma tinta di celeste, e queste conferme sono arrivate. Quarta vittoria consecutiva e la zona Champions sempre più vicina. Si è vista una Lazio aggressiva e determinata, dai "tanti valori professionali", come ha dichiarato il suo allenatore a fine gara. Biglia (oggi davvero sontuoso) e compagni escono vincitori da una partita che poteva essere chiusa nel primo tempo, ma ripresa dal Toro nel secondo. Ci pensa il Kaiser Klose a dare i tre punti (quota 15 per i biancocelesti) alla sua squadra, che si prende gli applausi, meritati, dei 35mila dell'Olimpico.
"Oggi come a Firenze abbiamo sofferto quando c'era da soffrire. Volere i risultati vuol dire soffrire insieme. Oggi i ragazzi hanno dato l'anima." Queste sono le parole pronunciate dal mister Pioli nel commentare i 90 minuti della sua squadra. Sono dichiarazioni che racchiudono quanto fatto dai suoi giocatori fino ad ora, perchè questa Lazio oltre ad essere a tratti davvero molto bella, sa anche soffrire, a differenza degli altri anni, nei quali, proprio per mancanza di cattiveria, ha lasciato troppo spesso punti per strada.
La Lazio parte subito molto forte, concedendo pochi spazi al Torino, schierato da Ventura col solito 3-5-2. In attacco viene preferito lo svedese Farneroud ad Amauri, che affianca Quagliarella. La Lazio fa buon gioco con i tre centrocampisti che supportano il trio davanti composto da Felipe Anderson (a cui viene data fiducia), Djordjevic e Candreva. In difesa viene preferito Ciani a Cana, al fianco dell'olandese De Vrij. Ci prova, al quinto, Candreva che da fuori scalda Gillet. Ma per scardinare il fortino gradata serve una magia: la trova il principito Lucas Biglia, con una punizione che supera la barriera e lascia fermo il portiere del Toro. Comunque gli uomini di Ventura provano a costruire, partendo dalla difesa e dando ampiezza sugli esterni, ma il pressing laziale è davvero efficace. Infatti, dopo una palla recuperata, Candreva prende il palo, dopo aver duettato benissimo con Djordjevic. E' un Monologo biancoceleste. Però, in un campionato come la Serie A, l'amnesia è dietro l'angolo e Farneroud grazia Marchetti, dopo che la difesa della Lazio era stata sorpesa in contropiede. Ci proverà, poi, Quagliarella, ma un bravo Marchetti gli nega la gioia del gol, distendendosi sulla sua destra. Termina il primo tempo, la Lazio fa la partita e il Toro prova a far male in contropiede.
Nel secondo tempo Pioli sostituisce un deludente Anderson, facendo entrare l'uomo dei record Miro Klose, ancora a secco di gol, in questa stagione. La Lazio quindi si dispone in campo con un insolito 4-3-1-2, con Candreva che torna alle origini, ricoprendo il ruolo di trequartista dietro le due punte. La squadra, con questo cambio, sembra aver smarrito la lucidità del primo tempo e viene punita da Farneroud, su assist del gentile Ciani. La reazione della Lazio arriva puntuale. Su punizione di Candreva un imperfetto Gillet respinge e Klose, di rapina, appoggia in rete. 2-1.
Nel finale il Torino si riversa davanti, ma la Lazio ammaestra la squadra di Ventura con un possesso palla, talvolta rischioso, ma con un Biglia così, padrone assoluto del centrocampo, tutto sempra possibile. Il centrocampista argentino lascia il campo, dopo aver chiesto il cambio. La sua maglia è visibilmente blu, ha dato tutto. Partita da incorniciare. Tutto lo stadio si alza in piedi per il Principito, che oggi è diventato Re, conducendo la sua Lazio nei vertici alti della classifica, ad un solo punto (aspettando il Milan) dalla zona Champions.