Sembrava una gara già scritta, Sassuolo - Juventus, ed invece niente lo era. Sembrava già scritto il campionato invece forse dovremo rivedere le predizioni. Al Mapei Stadium è riconfermata la leggenda dei punti persi con le squadre piccole. La Juventus non va oltre il pareggio e non riesce a dominare più di tanto su questo campo così ostile.
Di Francesco presenta un nuovo modulo, il 3-4-3 con tre centrali in difesa (Terranova, Cannavaro e Acerbi) ed un inedito centrocampo formato da Vrsaljko e Longhi sugli esterni e Magnanelli e Missiroli in posizione centrale. Davanti confermati gli attaccanti che andranno per novanta minuti a fare pressing alto: Berardi, Zaza e Nicola Sansone. Allegri non adotta nessun particolare cambiamento e risponde con l'usuale 3-5-2: in difesa recupera Chiellini – che va a sistemarsi a fianco di Ogbonna e Bonucci (sempre out Caceres e Barzagli) -, a centrocampo Pereyra sostituisce Vidal.
A dieci minuti dai tre fischi iniziali, Cannavaro deve lasciare il campo per infortunio ed andare anticipatamente sotto la doccia: il tecnico del Sassuolo si vede costretto a mandare dentro Antei. Al 7° minuto primo squillo della Juve con Llorente che trova lo specchio della porta con un bel colpo di testa ma il guardalinee ci vede bene ed annulla la rete per fuorigioco. Altri tre giri completi di orologio ed ecco che Zaza scarica il mancino ma un Bonucci provvidenziale, o semplicemente fortunato nel trovarsi davanti a Buffon – che tuttavia aveva intuito la traiettoria della palla - , respinge. La palla resta nell'area e torna nei piedi dei neroverdi, più precisamente ritorna sul sinistro dell'attaccante lucano che dolcemente insacca e prende in controtempo il numero uno juventino. Colpita ma non affondata, la nave Juve. Dalle nere acque riemerge il “Polpo” Paul Pogba che prima riporta i suoi in vantaggio con una conclusione a giro tipica del suo repertorio, elegante e deliziosa, su assist di Carlitos Tevez, e poi si fa sessanta metri palla piede inseguendo la doppietta personale. Consigli – vero protagonista della partita - para ma non trattiene (come potrebbe con quella botta?) e Tevez, un po' scoordinato, tenta di coglierlo di sorpresa, invano. Il resto della prima frazione si riassume in due occasioni di Pereyra – partita ad intermittenza per lui – e resistenza neroverde.
La ripresa si apre con una punizione di Berardi che sfiora il palo alla sinistra di Buffon. Allegri cerca allora il coniglio nel cilindro e manda in campo il gioiellino Coman per Llorente, rileva Evra (ennesima pessima gara per lui) e butta dentro Marchisio ordinando ai suoi di disporsi con un 4-3-3 (che spesso cambia pelle e diventa 4-4-2) che recita: il treno Lichtsteiner sempre sul binario destro, Bonucci-Chiellini al centro, Ogbonna sulla sinistra. Pogba, Pirlo e Pereyra a centrocampo, Marchisio, Tevez e Coman in attacco (a volte Coman arretra a centrocampo e lascia il Principino e l'Apache soli davanti). Il piccolo francese neoentrato, com'è caratteristico per gli acerbi talenti della sua età, si diletta in giocate di tacco e dribbling, ma stecca la sua vera prima occasione davanti alla porta. Non soddisfatto, Allegri si gioca anche la carta Giovinco ed effettua un altro cambio tattico: 4-3-1-2 con Marchisio, Pereyra e Pogba in cabina di regia e la Formica Atomica trequartista alle spalle di Coman e Tevez. Cambia tutto ma non l'atteggiamento dei suoi: manca la cattiveria, la voglia di chiuderla, di andare fino in fondo. Dall'altra parte, il Sassuolo tiene ma a fatica, la stanchezza fa da padrona: a tre minuti dalla fine Zaza aggancia la palla, scatta in avanti ma, esausto, non riesce a concludere. Si dice che gli opposti si attraggono e che a volte i miracoli accadono: oggi l'ultima in classifica ha fermato la prima in classifica. Chissà.
La Juventus rimane seduta al primo posto con 19 punti, a -1 dalla Roma (che ha giocato e vinto questo pomeriggio 3-0 contro il Chievo). Il Sassuolo, invece, è terzultimo, fermo al diciottesimo posto, a 3 punti, sopra Palermo e Parma (impegnate domani). Qui la classifica: