Keita Baldè Diao nasce in Catalogna, l’8 marzo 1995. I genitori sono del Senegal. Gavetta con grandi prospettive nella cantera del Barcellona ma, nel 2010, l’imprevisto: viene punito per una goliardata in un torneo in Qatar e girato in prestito al Cornellà. Il ragazzo non si demoralizza: segna 47 gol e rifiuta il rientro al Barça. Ne approfitta la Lazio che nell’estate 2011 lo prende per la Primavera. Per un anno e mezzo Keita si allena con la squadra di Alberto Bollini, partecipando però soltanto ad amichevoli e partite non ufficiali. Poi l'inserimento sempre più continuo in prima squadra lo scorso anno con Petkovic e la fiducia dei tifosi che aumenta di giorno in giorno.
STATUS - Però il problema adesso è lo status del giovane: in Spagna è avviata una pratica per farlo diventare spagnolo. Ma del passaporto non si sa nulla. Con il documento Keita sarebbe convocabile dal c.t. Del Bosque. Il documento però non arriva e Keita, stanco di promesse a vuoto, sta pensando di accettare il Senegal. La regola Fifa è chiara: un’amichevole non è vincolante, la partita ufficiale sì.
FUTURO AZZURRO? - E se invece si prospettasse un futuro in azzurro per lui? Semplice suggestione o reale possibilità? L'attaccante laziale significherebbe un gioiellino in più per la formazione di Conte, che potrebbe inserirsi in corsa. Il regolamento prevede che chi ha compiuto 18 anni, dopo 5 di residenza, possa chiedere la cittadinanza (avendo anche il contratto di lavoro). Keita è maggiorenne dall’8 marzo 2013 quando era già in Italia: l’8 marzo 2018 potrà chiedere la cittadinanza. Ed essere convocato. Tempi lunghissimi: niente Euro 2016, a rischio Russia 2018. L'unico modo per accorciarli è sposarsi: sarebbero sufficienti allora due anni. Ma di realistico c'è veramente poco. Nell'immediato e sicuro futuro di Keita c'è il Cesena, domenica prossima. L'Olimpico lo sta attendendo, la Curva Nord aspetta i suoi gol. Nella speranza di poterlo vedere con la maglia dell'Italia un giorno lontano, i tifosi laziali potranno con certezza goderselo nei prossimi giorni a cercare il goal con l'aquila stampata sul petto.