"UNA SOCIETA' DALLA STORIA GLORIOSA"
Una prestazione convincente e un rigore parato a Candreva nel match di esordio contro la Lazio. Diego Lopez si è presentato alla grande e ha già convinto l'esigente pubblico di San Siro. "E' stato bello cominciare in questo modo ma conta di più la vittoria della squadra. Ora abbiamo più fiducia". A fine partita sono stati intonati cori per l'estremo difensore galiziano, sintomo che finalmente i tifosi del Milan possono tornare a fidarsi del proprio portiere.
Diego Lopez è arrivato da poco ma, a detta sua, si sente già a casa a Milanello e l'addio al Real Madrid non ha lasciato alcun rimpianto: "Sono due grandissimi club, entrambi importanti nel mondo, qui mi sto inserendo sempre più anche nel rapporto con i compagni di squadra. Quando si è delineata la possibilità di venire al Milan, ho preso la decisione con il massimo della certezza". Il portiere spagnolo è convinto della bontà del progetto rossonero e si sente pronto per fare bene in questa stagione. Arrivano anche parole di elogio e riconoscenza verso la società: "Come club il Milan ha una enorme storia che lo rappresenta e al di là di quello che è accaduto negli ultimi anni; io darò il massimo per riportarlo dove il Milan deve stare. Carlo Ancelotti e William Vecchi mi hanno sempre parlato molto bene di questo club e tutto quello che mi hanno detto l'ho trovato confermato. Adesso bisogna dare il massimo e lavorare sempre più".
Diego Lopez confessa anche di essere rimasto piacevolmente sorpreso dal clima che si respira a Milanello e afferma che "il Milan e il suo presidente hanno costruito davvero una grande famiglia". Nell'intervista rilasciata ai microfoni di MilanChannel, l'estremo difensore ha qualche parola anche per l'allenatore Filippo Inzaghi: "E' un gran trascinatore. Diventerà un grande allenatore, la gente lo sostiene, e sia dal punto di vista professionale che personale è un tecnico sereno che dà fiducia". L'ex Blancos è pronto a scommettere infine sul successo di un altro spagnolo arrivato in estate, Fernando Torres. "Un acquisto molto importante per il Milan, lui ha fatto cose importanti in carriera, il suo lavoro è fare gol. Sarà importante". E per concludere, il numero 23 rossonero punta in alto e lancia un messaggio a tutti: "Non ci poniamo limiti per questa stagione, siamo il Milan!".
"MI HANNO CURATO MALE!"
Mentre in Italia venivano spese parole al miele per la società rossonera, dall'altra parte del mondo, in Brasile, un ex è tornato a parlare di Milan. Alexandre Pato si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa sul suo passato. Nel mirino finiscono la società e lo staff medico. "Perché sono tornato in Brasile? Semplice, per guarire dai miei infortuni. In Italia non mi hanno saputo curare!" ha dichiarato il Papero a un giornale locale.
Al Milan Pato ha avuto spesso problemi fisici con frequenti ricadute e ha saltato tantissime partite per guai muscolari. A chi gli dice di essere "rotto" lui però risponde così: "Ho fatto tutto quello che mi dicevano i medici, ma più mi sforzavo di guarire, più mi facevo male di nuovo. Ho girato il mondo per curarmi, ma hanno fatto sempre tutto in fretta, rimandandomi in campo troppo presto e io mi facevo male continuamente. Però quando sono tornato in Brasile, dopo una settimana stavo già bene, chissà come mai...". Pato attacca dunque MilanLab e lo staff rossonero ma sorvola sui problemi recenti: il Papero infatti ha avuto difficoltà fisiche anche dopo il suo ritorno in patria. Lui però è convinto e si sente sereno e determinato. I problemi al Corinthias, a detta sua, erano prevalentemente tattici e ora, al San Paolo col suo amico Kakà, si sente bene. "Voglio tornare in nazionale grazie al San Paolo e voglio giocare il Mondiale del 2018". A lungo si è discusso sulla sorte di questo giocatore, talentuoso quanto fragile, sia fisicamente che mentalmente e Pato ha voluto scaricare la colpa sulla società rossonera. Il Milan lo ha sempre coccolato e gli ha dato l'opportunità di diventare un grande campione ma, a quanto pare, l'attaccante brasiliano non si sente riconscente verso i colori rossoneri, anzi. Alla fine una buona parola viene spesa solo per Silvio Berlusconi, considerato "una grande persona, buona con tutti. Un secondo padre", ma sul Milan solo parole al veleno.