Poteva solo vincere l'Italia e la vittoria giunge, ancor più bella, dopo mille sofferenze. Un montante colpisce al volto gli azzurri, già sotto di due reti dopo meno di un quarto d'ora di gioco e lì esce il carattere di una squadra forgiata da un allenatore senza macchia. Di Biagio scuote i suoi dalla panchina e ancor prima dell'inizio indica la via, inserendo quattro uomini d'attacco, con Longo preferito a Bernardeschi. Inutile coprirsi, quando nemmeno il pareggio basta. A complicare le cose una difesa rivedibile, a risolverle un fuoriclasse, Domenico Berardi, uno già pronto per un piano superiore, per un'altra Italia. La qualificazione, grazie al 3-2 di questa sera alla Serbia, resta nelle mani della nostra Nazionale. Fondamentale battere Cipro per scavalcare il Belgio. 

Di Biagio si affida a una sorta di 4-2-4, con Crisetig e Sturaro a proteggere la retroguardia, con l'aiuto di Belotti e Battocchio, chiamati a un difficile compito di trait d'union. Diverse novità nella Serbia, costretta a rinunciare a sette effettivi, su tutti Nastasic e Markovic. Di Biagio, in conferenza stampa, aveva invitato a diffidare di avversari rivoluzionati e puntuale la conferma arriva nell'avvio di gara.

Pesic buca due volte la nostra retroguardia con disarmante facilità. All'ottavo il vantaggio. Antei e Bianchetti non oppongono resistenza e Bardi cede le armi sul palo coperto. Passano quattro minuti e lo stesso giocatore del Tolosa svetta nell'area azzurra, lanciando all'inferno un'immobile Italia. Il possesso palla non basta, la manovra, lenta, non trova sbocchi. Il gol arriva, quasi a sorpresa, al 23'. Biraghi batte un piazzato e sulla respinta si avventa Belotti per la conclusione vincente. Sempre Belotti, molto attivo, impegna di testa Dmitrovic al 34'. Il pari azzurro nel recupero. Belotti scherza Cosic che tocca il piede del giocatore del Palermo, costringendo il direttore di gara a fischiare la massima punizione. Belotti si presenta sul dischetto e impatta. 

Ripresa al cardiopalma con l'Italia che tiene in mano il pallino del match, ma rischia sulle ripartenze della Serbia. Zappacosta mette un velenoso traversone al 57', ma sono i nostri avversari a rendersi pericolosi poco dopo con un saggio di tecnica di Zivkovic. Stop e tiro, fuori non di molto. A issare l'Italia oltre le sabbie mobili del pari la classe di Domenico Berardi. Dopo il tentativo in acrobazia al minuto 60, ecco il gol al 74'. Perfetta esecuzione dalla distanza e 3-2. Nel finale, altro brivido. L'arbitro non vede un fallo da rigore in area azzurra e l'Italia può esultare. L'Europeo è a un passo.