Antonio Conte allenatore della nazionale italiana, Cesare Prandelli al Galatasaray e Massimiliano Allegri alla Juventus. Se solo ci avessero raccontato un simile scenario tre mesi fa, avremmo pensato ad uno scherzo. Ed invece il valzer delle panchine appena descritto sembra essere vicino alla sua conclusione. Dopo aver rassegnato le dimissioni dalla Juve, il tecnico salentino sta per accettare un nuovo incarico, una sfida difficile ma a modo suo affascinante: riportare la nazionale italiana ai vertici europei e mondiali. Il neo presidente della Figc, Carlo Tavecchio, ha scelto Conte e farà di tutto per assecondare le sue richieste. Senza entrare nel merito di una trattativa ben avviata ma non ancora conclusa, esaminiamo i pro e i contro di un eventuale approdo di Conte sulla panchina dell'Italia.
Perchè si:
1) Carisma ed attitudine vincente: Antonio Conte ha carisma e personalità da vendere. La nazionale italiana ha bisogno di un leader tecnico ed emotivo in un momento storico così difficile. Le ultime due apparizioni ai Mondiali, con la doppia uscita nella fase a gironi, hanno rappresentato il punto più basso nella storia recente della nazionale. Il tecnico salentino porterebbe esperienza, mentalità vincente ed unità d'intenti in un gruppo depresso e sfaldato tra giovani e senatori. Al momento è senza dubbio uno dei migliori tecnici italiani e già questo basterebbe per giustificare tale scelta.
2) Feeling col gruppo Juve: il blocco juventino la fa ancora da padrone in nazionale. Il feeling tra Conte ed i senatori bianconeri è molto alto nonostante le sorprendenti dimissioni da allenatore della Juventus. I vari Buffon, Chiellini e Pirlo ritroverebbero l'allenatore che li ha portati a vincere tre scudetti consecutivi: il blocco Juve sa cosa aspettarsi dal proprio ex allenatore, sia dal punto di vista tecnico che caratteriale. Conte fa dell'unione di gruppo uno dei suoi principi cardine. Proprio la coesione dello spogliatoio è stato uno dei punti dolenti dell'esperienza in Brasile, un aspetto imprescindibile per qualsiasi selezione nazionale e che certamente non verrebbe più a mancare.
3) Capacità di ricostruzione: uno dei punti di forza di Antonio Conte è sempre stata la sua capacità di ricostruzione dopo un periodo difficile. Lo ha fatto a Bari, a Siena ed infine alla Juventus. Le sue straordinarie capacità motivazionali spingono i propri giocatori ad andare oltre i propri limiti, portandoli ad imprese inimmaginabili alla vigilia. Quello italiano è a tutti gli effetti un progetto che può intrigare l'ex allenatore della Juve: una sfida difficile e carica di responsabilità, un percorso di crescita che avrebbe lui come principale artefice.
Perchè no:
1) No lavoro quotidiano: Antonio Conte è un animale da campo. Ama il lavoro quotidiano che gli permette di allenare i suoi giocatori in maniera quasi ossessiva. In nazionale questo non sarebbe possibile, limitando fortemente le potenzialità del Conte allenatore. L'eventualità di stage frequenti durante l'anno appare più una chimera che una possibilità concreta, soprattutto tenendo in considerazione il fitto calendario internazionale. Sono forti, dunque, i dubbi sul Conte selezionatore, lontano dalle urla e dalle lezioni tattiche da impartire giorno dopo giorno.
2) Stipendio e pretese: Le sue pretese economiche e di gestione sembrano essere eccessive. La Federazione sarebbe costretta a fare un sacrificio enorme pur di accontentarlo. Si parla di un ingaggio da oltre 2 milioni di euro, dunque ben oltre le possibilità e le aspettative della vigilia. Conte pretende anche un confronto continuo con i club, fatto di dialogo e monitoraggio costante dei propri calciatori. Questo comporterebbe alcuni problemi nel rapporto tra la nazionale e le singole squadre, considerando anche i precedenti burrascosi tra Conte ed alcuni tecnici italiani e non.
3) Juventinità: secondo alcuni non rappresenterebbe la figura adatta come tecnico della nazionale per via del suo passato come giocatore, capitano ed allenatore della Juventus. La metà dell'Italia non juventina lo vedrebbe come un nemico sportivo, combattuto e contestato per tanti anni. Il suo carattere esplosivo rischia di portare, inoltre, non poche polemiche all'interno del clan Italia, in un momento molto difficile per la federazione dopo la tanto discussa elezione di Tavecchio.