"Mi hanno trattato peggio dell'assassino di Kennedy".
"Il palazzo del Potere continua a scricchiolare. Tanti si stanno allontanando, rimangono le solite facce".
Due pensieri, due modi di rappresentare la realtà, due stati d'animo. Il primo appartenente a Carlo Tavecchio, il secondo a Demetrio Albertini. Il cerchio si stringe e all'11 agosto, data atta a definire il successore di Abete, manca una sola settimana. Giorno importante quello odierno, con l'Assemblea di Lega Pro. Non presenzieranno i due sfidanti, ma inevitabilmente l'argomento Presidenza FIGC sarà all'ordine del giorno. Chi lascerà Tavecchio? Macalli ha spento il fuoco della rivoluzione "L'argomento non è all'ordine del giorno, non se ne parla proprio", come Abodi nei giorni scorsi. A dissociarsi il Latina che, tramite il Presidente Pasquale Maietta, ha espresso sostegno a Albertini. Anche in B compaiono i primi dissidenti.
Il campo principale resta quello della Serie A. Dall'iniziale 18-2 pro Tavecchio, con Juventus e Roma isolate sul fronte opposto, ora la situazione è in equilibrio. Restano 11 i club dalla parte del leader della LND, con 9 squadre all'opposizione. Situazione intricata, vista la posizione di alcuni team, come il Palermo, tuttora in stand by. A sorreggere Tavecchio le parole di Pietro Leonardi "Guardiamo ai fatti, non alle parole: le società hanno sottoscritto un preciso programma che prevede una sinergia tra le quattro Leghe. Questa è la strategia migliore e l'abbiamo affidata a Tavecchio".
Mentre Albertini gongola, intravedendo spiragli di successo, laddove prima c'era solo vana speranza, Tavecchio si difende, allontanando le accuse, continue, di razzismo "Ho creato una rete di accoglienza anche per i calciatori clandestini. Altro che razzismo, qui ci sono interessi devastanti in ballo. Non andrò all'Assemblea di Lega Pro, non voglio influenzare nessuno".