Gioia e rabbia, nostalgia e disillusione: tornando indietro di sette anni a quella magica notte, questi potrebbero essere alcuni dei sentimenti che pervadono i tifosi rossoneri. Era il Milan di Ancelotti, quella della settima Champions League, quello che, dopo il disastro di Instambul, consumava la sua vendetta contro il Liverpool di Gerrard e Benitez. Un ricordo così bello non può che provocare orgoglio nel tifoso milanista e, magari, far scendere una lacrimuccia. La malinconia, però, prende il sopravvento provando a confrontare gli 11 titolari artefici di quell'impresa con quelli che scenderanno in campo oggi a Charlotte, Carolina del Nord, alle 00.30 ore italiane. Dida, Maldini, Nesta, Oddo, Jankulovski, Pirlo, Ambrosini, Gattuso, Seedorf, Kakà, Inzaghi : questi gli eroi di Atene, il passato. Abbiati, De Sciglio, Constant, Rami, Mexes, Cristante, Essien, Muntari (ballottaggio con Saponara), El Shaarawy, Honda (ballottaggio con Niang), Pazzini : questi invece il presente. A distanza di sette anni, tra le due squadre, solo la prima sembra possa essere il Milan, il vero Milan. Il presidente è lo stesso, l'ad (o almeno uno) idem, il marchio è sempre glorioso, il club vanta ancora la sua stracolma bacheca di trofei internazionali, ma dietro a tutto questo si cela una decadenza ormai inesorabile per tasso tecnico, appeal, mentalità vincente e molto altro.
Tralasciando ora l'impietoso confronto con il passato, che sorge naturale riavvolgendo la storia di questo club, quello di oggi è stato etichettato come "il giorno del riscatto" per gli uomini di Inzaghi, diventato allenatore e chiamato a rivivere uno dei suoi ricordi più belli in tutt'altro modo. Questa notte non c'è in palio nessuna coppa dalle grandi orecchie, la gloria non è a portata di mano e il risultato non è determinante, ma per questo Milan l'amichevole statunitense col Liverpool è come una finale. I rossoneri sono chiamati a ripartire, a dare una scossa a questa tournè, per ritrovare quantomeno gli stimoli e la mentalità giusto per affrontare la stagione alle porte non nel ruolo di comparsa, ma di protagonista come esige il blasone del club. Ormai non c'è più nulla da perdere, la banda capitanata da SuperPippo è, incredibilmente, già a un crocevia decisivo alle porte di agosto dopo le prime uscite alquanto deludenti.
Dalla partita di stasera si sapranno molte cose: chi saranno i fedelissimi del mister e chi invece non rientrerà nei suoi piani; se al Milan bastano pochi innesti per essere competitivo o serve una rifondazione; se i tifosi faranno bene a rinnovare l'abbonamento o farebbero meglio a guardarsi la propria squadra comodamente in poltrona. Forse è troppo presto per fare tutti questi discorsi ma l'aria che tira di questi tempi su questa squadra non promette nulla di buono. I tifosi sperano che Inzaghi abbia catechizzato i suoi, abbia fatto capire loro, col ricordo della notte di Atene, cosa vuol dire giocare nel e per il Milan. Pippo ha ammesso che questa sera sarà particolare per lui. In quella finale lui segnò 2 reti e fece trionfare la sua squadra, stanotte indosserà una camicia bianca al posto della casacca rossonera ma la sua impareggiabile grinta e voglia di vincere dovranno essere trasmesse a tutti i suoi giocatori. Si dice che dopo un temporale ci sia sempre un arcobaleno. La tempesta in casa Milan è durata fin troppo. Speriamo che il diavolo riparta dal suo passato per tornare a essere grande nell'immediato futuro.