E ora che le dimissioni del ct sono realtà, parte come di consueto il pronostico su chi sarà il prossimo allenatore della Nazionale. Non sono molti in realtà i nomi in ballo, guardando con attenzione i tecnici liberi in questo momento: Luciano Spalletti e Roberto Mancini come sogni, Massimiliano Allegri per pragmatismo, Francesco Guidolin per l’esperienza e la capacità di lavorare con i giovani, Alberto Zaccheroni come ripiego. Il calcio italiano, però, ha perso anche il suo presidente federale: le dimissioni di Abete complicano il quadro, rallentano i tempi. Ma a settembre incombono già le prossime qualificazioni a Euro 2016 e l’Italia non può farsi trovare impreparata. Per questo il nuovo allenatore andrà scelto in tempi rapidi.

Roberto Mancini (49 anni) Il primo nome, dunque, è lui, il Mancio, che ha mollato l’azzurro da giocatore (con Sacchi) e che oggi racconta come quello sia il suo unico rimpianto. Roberto Mancini, “l’architetto”, un allenatore che di ricostruzioni (Inter soprattutto ma anche il Galatasaray), gestione di crisi pur diverse tra loro — Lazio e Fiorentina — e costruzioni (Manchester City), se ne intende. Uno dei fantasisti più talentuosi che il calcio italiano abbia espresso fra gli anni 80 e 90, è poi diventato un allenatore vincente. Carattere spigoloso, polemico e poco amato dalle tifoserie avversarie. Non c’è squadra con la quale non abbia vinto almeno un trofeo, tra coppe e scudetti, l’uomo che trasformò l’ Inter nella dominatrice del campionato e che ha riportato lo scudetto a Manchester, sponda City, dopo quasi un cinquantennio. Quest’anno ha rilevato la panchina dei turchi del Galatasaray, arrivando secondo in campionato. Ha rescisso il contratto a fine torneo. È senza squadra e con un palmares decisamente adatto alla Nazionale

Luciano Spalletti (55 anni) Dietro al Mancio, nella griglia dei papabili, c’è anche Luciano Spalletti, l’uomo (ex) di San Pietroburgo, la sua carriera da allenatore ha trovato una svolta sulla panchina della Roma, dove arrivò al termine di una stagione drammatica per i giallorossi (quattro allenatori in un solo campionato). Nella Capitale ha collezionato un quinto posto, poi due secondi posti alle spalle dell’Inter, infine un sesto posto prima del divorzio. Ha portato la squadra a sfiorare il titolo. Trasferitosi in Russia a suon di milioni allo Zenit San Pietroburgo, ha conquistato due campionati nazionali, anche se ha fallito l’obiettivo della dirigenza di conquistare la Champions League. Anche lui dopo l’ultimo esonero è senza squadra.

Massimiliano Allegri (46 anni) Il terzo incomodo è senza alcun dubbio l' ex tecnico del Milan ha uno stipendio abbordabile (in rossonero guadagnava circa 2,5 milioni) e ha i contatti più freschi col campionato italiano e i suoi giocatori È l’allenatore dell’ultimo scudetto milanista, nel 2011, protagonista poi di altre tre stagioni tormentate. Un secondo e un terzo posto, ma uno spogliatoio spaccato, diversi campioni scontenti e alcuni errori di valutazione, come ad esempio il giudizio su Pirlo che considerava arrivato al termine della carriera, dando il via libera alla cessione alla Juventus. Prima di approdare a Milanello ha fatto vedere del bel calcio a Cagliari, vincendo anche il premio di miglior allenatore d’Italia. Non ha mai fatto mistero di sognare l’azzurro. Dopo l’esonero dal Milan è rimasto alla finestra in attesa di qualche chiamata prestigiosa.

Alberto Zaccheroni (61 anni) Sullo sfondo, un quarto nome, quello di Zaccheroni. Ha fatto miracoli con il Giappone, al quale ha dato una fisionomia indiscutibile portandolo alla fase finale del Mondiale. Zac ha diverse proposte, dalla Cina a una misteriosa squadra italiana, ma se dovesse arrivare una chiamata in tinta azzurra, certo non direbbe di no, è stato il protagonista di un grande periodo all’Udinese, dove coniò il suo tipico stile di gioco 3-4-3 con il suo pupillo Bierhoff ariete d’attacco. Il bel gioco e lo storico terzo posto conquistato a Udine gli fecero guadagnare la fiducia di Berlusconi e Galliani che gli affidarono il compito di ricostruire il Milan del dopo-Capello. E il mister romagnolo non deluse: scudetto al primo anno, con una squadra rivoluzionata e piena di giovani promesse. Poi, due stagioni meno esaltanti senza grandi vittorie e un esonero da parte del Cavaliere in diretta televisiva dopo una precoce eliminazione dalla Champions. Dopo i rossoneri Zaccheroni ha attraversato un po’ di anni difficili, rilevando in corsa Lazio, Inter e Juventus in periodi di crisi e non venendo mai confermato per il secondo anno. Ma è da quando è diventato ct del Giappone che ha vissuto una seconda giovinezza: vincitore della Coppa d’Asia nel 2011, ha guidato la sua squadra a fare bella figura in Confederations Cup. Ha annunciato che lascerà Tokyo alla fine dei Mondiali brasiliani

Francesco Guidolin (58 anni) Francesco Guidolin intriga soprattutto la capacità di lavorare con i giovani: il suo lavoro all’Udinese è sempre stato molto apprezzato in Federazione, potrebbe essere il profilo ideale per dar vita a un nuovo ciclo, con una rifondazione radicale. Ma il tecnico veneto ha da poco lasciato la panchina dell’Udinese per ripiegare su un ruolo dirigenziale, e comunque non ha mai allenato ad alti livelli. Ha vinto una coppa Italia con il Vicenza, che ha portato fino alla semifinale di Coppa delle Coppe, e con l’Udinese è riuscito a mantenere i friulani, a parte l’ultima stagione, ad altissimi livelli: un quarto, un terzo e un quinto posto, con due qualificazioni in Champions League. Poche settimane fa, a fine campionato, la famiglia Pozzo lo ha nominato supervisore tecnico delle loro squadre, promuovendolo a un ruolo dietro la scrivania e affidando la panchina dei bianconeri ad Andrea Stramaccioni.