Per la terza volta in tre anni la Juventus dice addio alla Coppa Italia allo Stadio Olimpico. Con il gol di Gervinho a 11' dalla fine, infatti, sfuma l'ambizione bianconera di raggiungere per la terza volta di fila la semifinale del torneo - pur non avendola vinta in nessuna occasione -, e prosegue invece il sogno giallorosso di cucirsi sul petto la tanto agognata stella d'argento. In semifinale gli uomini di Garcia incontreranno i vincitori fra Lazio e Napoli, e chissà che stavolta non sia la volta della Roma di vincere un derby in Coppa. Figlia di una prestazione maiuscola, in cui si sono messi in luce campioni come Maicon - tornato quello di una volta -, Pjanic, Gervinho, e i tocchi di Totti, Roma può festeggiare una vittoria che ha tutto il sapore di una vendetta.
Roma in pressing - La partita, bisogna ammetterlo, non è stata granchè. Meglio lo stadio, gremito e carico come se si trattasse di una finale di Champions, e meglio la grinta dei giallorossi, che ha fatto un po' da consolazione ai desiderosi di spettacolo. Le formazioni schierate però, lasciavano già presagire come si sarebbe incanalato il match: da un lato la Roma di Garcia, con tutti, o quasi, i titolari in campo; dall'altro la Juve di Conte, che rinuncia a molte prime linee, tra cui Pogba, Tevez e Llorente. Neanche bisogno di dirlo, forti di una voglia di vendetta - figlia del 3-0 dello Juventus Stadium - e di uno stadio che trascinerebbe anche i peggiori giocatori di pallone, sono i giallorossi a guidare il match, costringendo spesso la Juve a chiudersi. Maicon da un lato e Gervinho dall'altro, lasciano poco spazio alle iniziative bianconere, con discese laterali da capogiro, ma l'impegno non basta, perchè Storari non ha bisogno quasi mai di sporcarsi i guanti. Un episodio dubbio da segnalare nel primo tempo però c'è: Giovinco, lanciato quasi perfettamente, viene trattenuto e atterrato da Castan. Per il romanista solo un giallo, anche se si trattava di un fallo da ultimo uomo. E' la Roma però che lascia le migliori impressioni: sembra tornata la squadra delle prime dieci di campionato, capace di arginare chiunque e di schiacciare anche i più forti.
Juve spenta - Pur invertendo le metà campo, il canovaccio del match resta tale. E' la Roma che ci crede di più, e le seconde linee bianconere, soprattutto Isla e Giovinco, fanno partire più di qualche imprecazione dalle bocche dei tifosi bianconeri. Un po' meglio di loro Peluso, di eredità laziale, il quale si vede annullare un gol (sarebbe stato il suo secondo in bianconero), poichè il pallone a lui indirizzato era uscito dalla linea di fondo. Episodio dubbio, che però dà più ragione al guardalinee che ad altri. A spaccare la partita in due ci pensa Pjanic, entrato al 75', che lancia Strootman nell'azione che porta al gol di Gervinho, su cui Bonucci ha non una, ma ben due colpe. Perdonabili, per quanto ha fatto in queste stagioni, ma da sottolineare doverosamente. Il gol è l'epilogo delle speranze bianconere, perchè gli 11 minuti più recupero rimasti non sono che un invisibile filo a cui aggrapparsi, prima che, al fischio di Tagliavento, si spezzi. A niente servono, infatti, gli innesti di Tevez e di Llorente. Apparentemente la Coppa Italia, che manca in corso Galileo Ferraris dal 1995, di Juventus non ne vuole proprio sapere. La Roma si vendica dello 0-3 in campionato e rimette in discussione, almeno per una notte, la supremazia juventina.