Finisce con il classico risultato ad occhiali, e mai, come in questo caso, lo 0-0 rispecchia fedelmente quanto visto in cambio, cioè nulla.
Troppo pochi 4 giorni per Ballardini per riuscire a cambiare schemi e mentalità, di primo acchito l'impressione avuta è stata quella che il Mister ravennate abbia cercato di dare compattezza alla squadra, coprendo la difesa con un centrocampo folto ed attento, perfetto nell'interdizione, ma totalmente incapace di ribaltare l'azione e di creare gioco, cosa che ha reso impossibile creare opportunità da rete. Diamanti si è perso alla ricerca di giocate individuali fini a sè stesse e mai efficaci, mentre Bianchi è stato abbandonato a sè stesso, servito sempre, e solo, con lunghi spioventi dalla mediana da dirigere poi verso compagni di reparto mai vigili e reattivi.
La squadra ha certo sofferto pochissimo, vero, ma mai, o quasi, si è resa pericolosa, un punto è meglio che nulla, ma ci vuole ben altro per sperare di conquistare al più presto la salvezza.
La Lazio si è limitata ad una partita di mera attesa, attenta, ma mai propositiva, ha concesso pochissimo all'avversario , ma ha creato una sola occasione in 90 minuti, troppo poco per una squadra comunque di un livello tecnico decisamente superiore.
La presentazione. Dopo tanto parlare, ma soprattutto dopo troppi risultati negativi, Guaraldi e i suoi soci hanno deciso: addio a Pioli e via libera a Ballardini. Da parte mio un sentito grazie a Stefano Pioli, uomo integerrimo ed allenatore di valore, per due campionati vissuti prima tra le difficoltà e, poi, con il sorriso, in cui ha regalato ai fans felsinei alcune vittorie davvero esaltanti e scampoli di bel gioco come non si vedevano da anni a Bologna. Benvenuto a Davide Ballardini, che proprio dalle giovanili rossoblu ha spiccato il volo verso la professione di Mister, atteso da un lavoro che fa tremare i polsi. Fin qui si è infatti vista una squadra senza capo nè coda, con tante lacune e pochi punti fermi, spesso senza nerbo e determinazione, incapace di reagire alle avversità (come testimoniato dai 15 gol subiti, in 18 partite , nella prima mezz'ora) in cui quasi nessuno a reso secondo il proprio valore.
Le colpe di Pioli? i troppi cambiamenti di uomini e moduli, con alcune scelte insistite ed altre inspiegabili! Le colpe della società? l'impauperamento progressivo e sistematico della rosa ad ogni sessione di calciomercato! La colpa dei giocatori? quella di aver reso al di sotto delle proprie possibilità!
Ma stasera inizia un nuovo campionato, una nuova storia, con Ballardini in panchina e i giocatori, si spera, nuovamente presenti fisicamente e mentalmente, l'avversario di giornata è la Lazio di Reja, anch'essa passata, la settimana scorsa da Petkovic al tecnico goriziano, già però capace di regalare il sorriso ai biancocelesti grazie al successo all'esordio contro l'Inter.
Non troppe le novità di formazione da una parte e dall'altra, si inizia con un pubblico caloroso, anche se non numerosissimo, in una serata umida ma non freddissima.
Primo tempo. Dopo la bella coreografia della Bulgarelli che invita i giocatori ad onorare la gloriosa casacca rossoblu, i felsinei partono di gran carriera con due azioni, praticamente in carta carbone, che si sviluppano con lancio di Pazienza dalla mediana, torre di testa di Bianchi e conclusione dal limite di Diamanti, che però fanno appena il solletico a Berisha.
Dopo l'inizio sprint i Rossoblu perdono ben presto mordente e la partita scivola su binari ormai ben noti, la manovra è lenta e stucchevole, nessuno aggredisce gli spazi e tutto diventa troppo semplice per la difesa capitolina che ha vita fin troppo facile a disinnescare l'unico schema messo in cantiere dagli avversari, palla lunga e torre a sperare nella conclusion edi qualcuno a rimorchio.
Gli ospiti se non faticano più di tanto a contenere il Bologna, di contro, nulla producono in fase offensiva, tanto che Curci si deve limitare a disbrigare l'ordinaria amministrazione.
Nuovo sussulto dei rossoblu a metà tempo, prima con una bella palla data in profondità per Garics che serve a centro area Bianchi, la cui conclusione, sporcata dal suo marcatore, è debole e permette a Berisha di salvare di piede, poi con una percussione in area chiusa da una conclusione di Diamanti che non è nè carne , nè pesce, e si perde lontana dai pali.
Poi più nulla fino all'intervallo, se non giocate prevedibili e sballate che alimentano la noia che la fa da padrona.
Secondo tempo. La ripresa segue il medesimo copione, la Lazio prova ad alzarsi per soffrire ancora meno, il Bologna si perde in inutili passaggi laterali ed all'indietro, che, dopo lunghi e stucchevoli possessi palla, si concludono sistematicamente con lanci lunghi per Bianchi che può solo giocare agli autoscontri con i centrali avversari senza avere la possibilità di avere un vero pallone giocabile.
A metà tempo ci prova Diamanti con una bella iniziativa personale chiusa da una conclusione dal limite completamente sballata che si perde a 5 metri dalla porta.
I due Mister provano a rompere l'equilibrio immettendo forze fresche, ma la partita non cambia, le due squadre rimangono compatte e gli spazi strettissimi.
Nessuno dei due team ha giocatori in grado di cambiare ritmo e si assiste così ad un'interminabile titic - titoc che annoia e mai avvince, nel finale due sussulti, prima è Klose a calciare alto da due passi, a coronamento di una partenza tanto rapida quanto efficace, poi è Diamanti a servire di prima intenzione Kone a centro area, la girata del greco è tanto pronta quanto bella, ma la mira è appena sbagliata e la sfera dà solo l'impressione del gol.
Finisce con la Bulgarelli che fischia sonoramente i propri beniamini che invano vanno sotto la curva...
I migliori: nel Bologna Garics e Cherubin, nella Lazio Berisha e Biava.