Il calcio è tanto bello quanto ingrato. Capita, così, che un tecnico esperto e competente come Vladimir Petkovic venga esonerato dopo appena sei mesi dalla vittoria in Coppa Italia. I risultati, d'altronde, contano più di ogni altra cosa. Quelli della Lazio, di recente, erano tutt'altro che positivi. L'undici capitolino ha risposto male alle attese di inizio stagione, che volevano i biancocelesti in lizza per un posto in Europa. Al giro di boa, la classifica si rivela deficitaria, con un decimo posto che sa di briciole e con soli 20 punti in graduatoria. Tradotto in cifre, vuol dire che la Lazio è a -11 dal quinto posto (Inter), a -16 dal terzo (Napoli) e addirittura a -26 dalla Juventus capolista. Amen, così sia. Si riparte da Gennaio e dal mercato, che per forza di cose dovrà fuorviare dalla falsa riga di quelli precedenti. Soprattutto, però, si riparte da Edoardo Reja, Edy per gli amici.
Un profilo piuttosto basso, da buon Friuliano qual è, ha caratterizzato la carriera di Reja. Un tecnico tra i più esperti del panorama nazionale, chiamato ora all' arduo compito di risollevare una squadra sfibrata e sfiduciata. Edy, c'è da scommetterci, ha tutte le carte in regola per adempiere l'onere. Innanzitutto, perchè conosce benissimo l'ambiente laziale. Reja, infatti, è già stato alla guida degli aquilotti dal 2010 al 2012, nell'arco di due stagioni molto positive per la piazza della capitale. Nel 2010-2011 arrivò un insperato quinto posto, mentre l'annata successiva Reja riuscì addirittura a fare meglio conquistando la quarta posizione. Il lavoro svolto dal mister nato a Gorizia il 10 ottobre 1945, si è poi rivelato fondamentale per i successi e i risultati conseguiti dal summenzionato Vlado.
Reja, comunque, è un tecnico che fa della costruzione della squadra la sua dote principale. Detto in soldoni, ha bisogno di condurre i suoi uomini dall' inizio della stagione. Non sarà facile, quindi, subentrare a stagione in corso. Nel febbraio 2010 accadde lo stesso: Edy subentra a Ballardini e riesce a conquistare solo un misero dodicesimo posto. E' evidente la differenza di gestione rispetto agli anni successivi. Il calciomercato, tuttavia, potrebbe porre rimedio. A Gennaio Lotito e Tare dovranno lavorare un bel pò per consegnare a Reja una rosa all'altezza e già pronta per il campionato. Vietato ripetere i colpi estivi Biglia e Felipe Anderson, buoni giocatori ma ancora non sufficientemente preparati per il palcosenico della Serie A. Reja avrebbe subito chiesto un acquisto per reparto: in attacco i nomi sono quelli di Quagliarella, che consentirebbe un bel salto di qualità, e di Denis, che però è un obbiettivo molto difficile; in difesa, sembra sempre più probabile l'arrivo di Paolo Cannavaro, chiuso nel Napoli di Benitez; in mediana, invece, il sogno è Rakitic (chiesti addirittura 35 milioni), ma si segue da vicino Farneraud del Toro.
Il compito più duro per il buon Edoardo toccherà le sue doti di psicologo. Alla Lazio serve una vera iniezione di fiducia. Il morale è a terra, i tifosi criticano, gli infortuni non danno tregua. E poi ci sono loro, i leader da riformare. Giocatori come Ledesma, Hernanes, Dias, Konko e Lulic un tempo facevano sfracelli in campo e dettavano legge nello spogliatoio. Ora, sembrano in balia delle onde, alcuni finiti addirittuta fuori dall' 11 titolare, altri in involuzione tecnica. Edy dovrà lavorare soprattutto su questo, puntellando la dignità e l'orgoglio della squadra e cercando di ritrovare quei leader tecnici e carismatici che hanno portato la Lazio dove più gli spettava. Il tutto potrebbe rivelarsi un'impresa. Vedere per credere, Hernanes. Assolutamente irriconoscibile, ha sbagliato più cose in questi mesi che nell' intera carriera.
Nereo Rocco diceva che il talento è una cosa che non si può scordare. E' da qui che inizierà l'era Reja 2.0. La bilancia delle possibilità pesa prepotentemente dal lato "Reja farà bene". L'esperienza del friulano non si discute. A 68 anni è, insieme a Ventura, il tecnico più "maturo" del massimo campionato. Ha allenato in carriera più di 20 squadre, tra cui Genoa, Napoli e Hajduk Spalato. Bravo nella gestione del gruppo, un pò meno nel cambiare a gar in corso. I tifosi biancocelesti si aspettano molto da lui. Riuscirà a ripagarli? La sentenza, comq al solito, spetterà al campo.