C'era da aspettarselo, Antonio Conte ha deciso di non parlare alla stampa e la canonica conferenza prevista stamattina è andata in fumo. E chissà se rilascerà dichiarazioni dopo la gara di Bergamo. Questi sono silenzi che pesano più delle parole. Motivo? Il secondo filone delle indagini partite da Cremona sul filone calcioscommesse con le dichiarazioni di Coppola sull'atteggiamento dell'allora allenatore del Siena in occasione del match contro l'Albinoleffe: "Non so se Conte fosse a conoscenza preventivamente di questo accordo assunto in occasione della partita di andata. Posso solo dire che quando l'argomento fu introdotto ci lasciò sostanzialmente decidere come meglio credevamo, ciascuno per conto suo. In sostanza lui si chiamò fuori. Conte ribadì che lui ci teneva ad arrivare primo, ma che, qualora la squadra di fosse ritenuta impegnata dall'accordo con l'Albinoleffe ci avrebbe lasciato fare".
Insomma, dopo i quattro mesi di squalifica patiti lo scorso campionato, il mister bianconero ha deciso di anticipare le polemiche con un comunicato: "Alcuni organi di stampa hanno ritenuto dare grande risalto al mio nome in merito ad avvenimenti riguardanti nello specifico altre persone. Le dichiarazioni oggi riportate oltre a non avere di certo nei miei confronti alcuna rilevanza giudiziaria, evidenziano in realtà circostanze per le quali sono stato giudicato dalla Giustizia Sportiva e per le quali ho scontato una dolorosa squalifica. Con la ferma intenzione di tutelare in futuro la mia persona da chiunque intenda lederne la dignità lascio alla coscienza di ognuno valutare la differenza tra informare e strumentalizzare".
Ieri, però, al'organo di stampa ufficiale (Hurrà Juventus) Conte ha risposto a domande più "soft" sul futuro ed in particolare sulla Nazionale: "Sarebbe una bella sfida. Da c.t. devi fare tutto in poco tempo, spesso hai soltanto dieci giorni per dare un'impronta alla squadra, per esprimere una tua idea di calcio. Un compito difficile, ma in futuro mi piacerebbe"