Non c'è pace per Conte, e dubitiamo che ce ne sarà. Dopo essersi lasciato alle spalle (con quattro mesi di squalifica) il primo filone dell'inchiesta sul calcio truccato, il tecnico salentino ha letto nuovamente il proprio nome su tutte le prime pagine dei maggiori quotidiani italiani. Il motivo? Semplice: ogni cosa parte dalle dichiarazioni del portiere Coppola, giocatore del leccese ai tempi del Siena.
Il numero uno ha infatti rilasciato dichiarazioni alquanto contraddittorie: inizialmente ha asserito che l'attuale juventino sarebbe potuto essere all'oscuro dell'accordo con l'Albinoleffe, per poi virare sulla versione più "Ponzio Pilatiana" che possa esistere. Ergo: Conte sapeva, ma ha lasciato ai giocatori la risposta. "Me ne lavo le mani", avrebbe sostanzialmente proferito. L'allenatore, dunque, è subito sceso in campo, con un comunicato più duro dei suoi tackle da mediano puro, di quelli che fanno male, ma che non sfociano nell'irregolarità di gioco. Una dichiarazione sostanzialmente corretta ed innocente, come spera di ritrovarsi Antonio Conte alla fine di questo lungo, interminabile incubo.
"Ho dovuto constatare - scrive quindi Conte - con stupore e disappunto che alcuni organi di stampa hanno ritenuto dare grande risalto al mio nome in merito ad avvenimenti riguardanti nello specifico altre persone. Le dichiarazioni oggi riportate oltre a non avere di certo nei miei confronti alcuna rilevanza giudiziaria, evidenziano in realtà circostanze per le quali sono stato giudicato dalla Giustizia Sportiva e per le quali ho scontato una dolorosa squalifica. Con la ferma intenzione di tutelare in futuro la mia persona da chiunque intenda lederne la dignità lascio alla coscienza di ognuno valutare la differenza tra informare e strumentalizzare“
Insomma, non resta che attendere la prossima puntata, con la speranza che finalmente il calcio possa uscire definitivamente da una brutta e dolorosa malattia. Che non fa bene a nessuno: né alle vittime, né ai carnefici...