Roma contro Milan. La bella contro la bestia, la squadra dei record positivi (miglior avvio di campionato nella storia giallorossa e del campionato italiano, la difesa meno battuta d'Europa, ancora imbattuti) contro la squadra dei record negativi (peggior avvio di campionato di sempre per i rossoneri, per quattordici volte rimontati dopo il vantaggio iniziale, 14 le reti incassate nel gioco aereo, nessuno in Serie A ha preso così tanti goal nel duello in elevazione, 18 punti in 15 gare giocate, 11 in casa e 7 fuori, 23 gol subiti). Roma contro Milan quindi, a San Siro, dove i numeri non danno però scampo ai giallorossi, che, seppur ha offerto sempre ottime prestazioni contro la squadra rossonera, ha complessivamente perso molte delle partite trascorse in quasi 100 anni di sfide: sono infatti 71 le vittorie rossonere contro le 40 giallorosse.

Ma Milan-Roma ha anche il sapore d'Europa. Il ritorno in Champions League è l'obiettivo primario degli uomini di Rudi Garcia, eletto qualche settimana fa miglior allenatore di Francia e i giallorossi sono in piena corsa per tagliare il traguardo europeo a fine stagione. Per il “Diavolo” invece il destino nella massima competizione europea è legato ad un filo, o meglio, giace dentro l'urna dalla quale oggi alle 12 verranno sorteggiati gli ottavi di finale e da dove i rossoneri conosceranno il nome della squadra-carnefice che molto probabilmente porrà fine al cammino in Champions del Milan. Se una squadra quindi sembra destinata a tornare nell'Europa che conta, un'altra sembra condannata ad uscirne molto presto e a non farci ritorno, salvo clamorosi colpi di scena, nell'anno venturo.



Ma alla vigilia di Milan - Roma, un uomo “straordinerio”, tale Arrigo Sacchi, dal 2010 coordinatore delle nostre nazionali giovanili ma soprattutto l'artefice e l'allenatore del Milan più forte di tutti i tempi, secondo France Football (e non solo) la migliore squadra del mondo del dopoguerra, quella macchina da guerra che dal 1987 al 1990 vinse uno scudetto, due Champions League, due Supercoppe europee e altrettante coppe Intercontinentali, ha messo in guardia gli uomini di Rudi Garcia: “La Roma deve fare attenzione: il Milan non è finito. Il risultato del posticipo non è scontato e la sfida è più aperta di quanto può far pensare la classifica. Sarà una bella partita”. E se lo dice Sacchi c'è da fidarsi.

Veniamo dunque al Milan di oggi. Riccardo Cocciante, noto cantautore italiano, esponente secolare della musica leggera e del teatro italiano all'estero oltre che dentro i confini nazionali, cantava in una sua famosissima canzone del 1974: “Povero diavolo, che pena mi fai”.. ovviamente non si riferiva alla squadra rossonera ma mai come adesso quella frase può essere letta pensando alla squadra di Allegri. Una brutta etichetta, certo, ma i numeri parlano da soli ed è soprattutto una classifica imbarazzante a non voler tacere. Il Milan è dodicesimo, a cinque punti dalla zona retrocessione, dietro il Cagliari, appaiato con l'Atalanta e tallonato dalla Sampdoria, con un bottino di 6 punti nelle ultime 5 gare. Una sconfitta contro i giallorossi e le conseguenti vittorie degli uomini di Colantuono e dei doriani e per il “Diavolo” sarebbe davvero “Profondo Rossonero”. Ma senza il bisogno di scomodare il maestro Dario Argento, la regia e le musiche verrebbero gentilmente offerte da Rudi Garcia.

Questo il quadro in casa Milan, anche se ovviamente non bisogna correre troppo, la partita è ancora tutta da giocare. Certo che a vedere la classifica e soprattutto le ultime prestazioni delle due squadre il divario sembra netto ma fidiamoci di Sacchi, che non ci sembra proprio l'ultimo arrivato. Aggrappiamoci alle sue parole. Il Milan dopo un novembre da dimenticare, ha cominciato dicembre vincendo proprio a San Siro contro il Catania, ultimo in classifica prima di venire fermato sul pari sia dal Livorno che dall'Ajax nell'ultimo turno della fasi a gironi di Champions League, lo scorso mercoledì. Ma la sfida con la Roma rappresenta da sempre una partita speciale. Due stili di gioco a confronto, due città una contro l'altra, due mentalità diametralmente opposte, Allegri contro la squadra che voleva firmarlo in estate e portarlo sulla sua panchina, e la Roma: l'acquasanta contro il “Diavolo” di Milano.



Quando nel 1983 la Roma allenata dallo storico allenatore svedese, Nils Erik Liedholm (passato poi al Milan dall'84 al 87' per poi tornare a Roma per due stagioni), si cuciva al petto il suo secondo scudetto e nella Capitale si inneggiava a Falcao come dell'ottavo Re di Roma, il Milan era fuori dal “grande giro” della massima serie e giocava il suo secondo e ultimo anno in Serie B. I rossoneri stravinsero il campionato di serie minore e si lanciarono verso la costruzione di quella che poi sarebbe diventata la squadra imbattibile da lì a cinque anni. Ed è proprio nella stagione 87-88 che il Milan tornò prepotentemente alla ribalta in Italia e non solo. Con l'arrivo di Ruud Gullit e Marco Van Basten i rossoneri vinsero lo scudetto davanti al Napoli di Maradona e alla Roma di Giuseppe Giannini e di un Roberto Pruzzo, bandiera della Roma di quegli anni e autore della doppietta contro il Dundee nella semifinale della Coppa dei Campioni 1983-1984 a cui fece seguito il gol segnato contro il Liverpool nella successiva finale conclusasi con la vittoria degli inglesi ai rigori, ormai a fine carriera, battendo i giallorossi a domicilio, all'Olimpico, e anche a San Siro dove però avvenne qualcosa che vale la pena ricordare..

E' il 13 dicembre 1987 e a San Siro va in scena l'undicesima giornata. In classifica la Roma ha 15 punti ed è terza, il Milan segue a ruota: è quarto a 14 punti. Il Napoli è primo e cederà la vetta ai rossoneri solo alla 28a giornata, ma torniamo a quel Milan-Roma di ventisei anni fa. Il primo tempo si conclude sullo 0-0, grande equilibrio in campo ma a pochi secondi dal calcio d'inizio del secondo tempo della partita, due petardi partiti dalla curva rossonera fanno perdere i sensi al portiere giallorosso Franco Tancredi che viene sostituito dal diciassettenne Angelo Peruzzi. Nonostante la partita sia poi stata vinta dal Milan grazie ad una rete di Virdis su rigore, la rete dell’attaccante rossonero non avrà alcun valore, poiché la Disciplinare decreterà la vittoria per 2-0 della formazione romanista. Due petardi, tante polemiche, accuse da una parte e dall'altra, il problema degli Ultras, è il nostro calcio.



E questo episodio ci porta dritti dritti ad un altro Milan-Roma, ben più recente. E' il 12 maggio di quest'anno, il Milan è a caccia della sicurezza matematica della qualificazione alla Champions League che poi arriverà ai danni della Fiorentina non senza polemiche, e la Roma passata dalle mani di Zeman a quelle di Andreazzoli è alla ricerca del pass valido per giocarsi l'Europa League. La partita finirà a reti bianche ma verrà ricordata per le due sospensioni a causa degli insulti razzisti a Boateng e Balotelli e per il tanto nervosismo che dominerà se non tutti i 90 minuti di gioco di sicuro gli ultimi venti dove San Siro diventa una bolgia all'espulsione di Muntari, reo di aver detto qualche parolina di troppo all'arbitro Rocchi e soprattutto quando viene cacciato dal campo il capitano della Roma, Francesco Totti, colpevole di aver dato una gomitata a Mexes.



Anche questa è Milan-Roma. Sfide ad altissima tensione, con il nervosismo a fior di pelle e la posta in palio che spesso e volentieri oltrepassa i tre punti, talmente alta da indurre giocatori e tifosi a comportamenti che travalicano lo sport e sfociano in tutto ciò che non dovrebbe mai avere spazio nel mondo del calcio e di nessun altro sport, in risse, insulti e scatti d'ira che servono a noi giornalisti a farci scrivere però di tutto quello che non vorremmo mai doverci vedere costretti a scrivere e che onestamente faremo a meno di raccontare per amore di questo sport. Speriamo quindi di raccontarvi domani una bella partita, un Milan-Roma che non sia stato come le altre sfide, sperando sia diverso, questa volta come tante altre, solo ed esclusivamente per meriti sportivi. I presupposti per una grande gara ci sono tutti, al campo l'ultima parola.