Che partano le danze: la Champions League torna, e lo fa alla grandissima. La Juve trema, davanti c'è l'inferno turco da abbattere, o almeno da fermare. Conte gode dei due risultati utili, pregando i suoi di non lasciarsi beffare: l'Europa League non sarebbe per nulla "stile Juve". E quindi, sotto con il lavoro, con la fame, con il gruppo. Già, il gruppo: il tecnico salentino ha richiamato tutti all'ordine. Istanbul non è soltanto una partita, è quel bivio che richiede il cuore, oltre alle gambe. Pirlo e Pepe raggiungono i compagni in Turchia, per un ritiro diverso dagli altri. Non perché meno sentito, ma perché potrà dire chi è e chi sarà questa Juventus.
MANCINI CI PROVA - Il "Mancio" ha tutte le intenzioni di rovinare i piani (anche e soprattutto finanziari) della squadra zebrata. La Champions richiede sicuramente elevato tasso tecnico, ma anche una buona dose di fortuna. E l'ex tecnico del City spera che la buona sorte gli possa dare una mano, o che possa spingere almeno quanto la tifoseria turca, vero e proprio dodicesimo uomo. L'inferno è ancora lì, forte e voglioso di gran calcio. E pazienza se il nome sia cambiato: le urla, la voglia, la passione persistono. Questa è roba che non cambia con un "trasloco". D'altra parte, chi ben conosce il calcio, non può non temere i rossi di Mancini.
Un motivo su tutti? Ve ne diamo due: Wesley Sneijder e Didier Drogba. Non due ragazzini, ma due campioni capaci di sollevare quella benedetta coppa dalle orecchie sporgenti. E poi, quel ciuffo non deve trarre in inganno: Roberto Mancini sa già come punire la Juventus. La cura dell'ex centravanti doriano è stata magistrale: sedici punti in sette partite. E nonostante abbia faticato in Europa, ha la completa fiducia dalla società, che a breve gli fornirà più potere e più investimenti. Il tecnico di Jesi ha quindi spazio e tempo di "crescere", ma con un'eventuale qualificazione, la strada verso la conferma sarebbe assolutamente spianata. In ballo, dunque, tanti futuri e tante certezze: non vincerà il migliore, ma colui che avrà più fame.
ALLA RICERCA DEL FARO - Tanta pressione, invece, in casa Juve. E quando il mare è tempestoso, sappiamo tutti come va a finire: Andrea Pirlo accende la luce e porta a casa la ciurma, quasi sempre sana e salva. Stavolta, però, Conte dovrà fare a meno del suo pezzo più pregiato. Pogba è pronto a ricevere l'eredità, e forse queste potranno essere le prove generali: il rinnovo del bresciano va per le lunghe, il leccese vorrebbe iniziare a tutelarsi. Con il francesce "bloccato" in regia, poi, spazio a Marchisio, che opererà nel mezzo con l'immancabile Arturo Vidal, fresco di rinnovo con la Vecchia Signora. E chissà che il cileno possa essere ancora protagonista.
Intanto, i tifosi bianconeri si godono il momento e la vigilia: per la prima volta, infatti, c'è completa fiducia nell'attacco juventino. Llorente e Tevez rappresentano la certezza assoluta, e se l'argentino dovesse riuscire anche a sbloccarsi in Europa (fallisce l'appuntamento col gol in Champions da ben 4 anni!), la soddisfazione potrebbe essere doppia. Insomma, la Juventus prepara il vestito migliore e scende da Torino per attaccare, senza badare ad inferni d'alcun tipo, senza pensare troppo all'assenza di Pirlo-Virgilio. Anzi: i campioni d'Italia dovranno scendere in campo consapevoli di chi sono e di chi vogliono diventare. Il presunto viaggio nell'Ade è per chi non ha fegato.
I PRECEDENTI - Prima del pareggio incredibile dell'andata, la Juventus aveva perso l'ultimo scontro diretto: dicembre 2003, Sukur infila una doppietta alla retroguardia bianconera, che pochi mesi prima aveva superato egregiamente lo stesso Galatasaray. Il protagonista? Facile da indovinare: Alex Del Piero risolse uno scontro intricatissimo con una fantastica doppietta. La stessa che sarebbe servita a Nicola Amoruso per superare il muro di Istanbul: era il 1998, e finì clamorosamente in parità. In ogni caso, la Juventus passò il turno, costringendo gli avversari a gustare gli ottavi di finale in tv. La storia potrebbe non cambiare, ma niente è ancora deciso. Eccetto le formazioni.
LE FORMAZIONI - Mancini potrebbe seriamente pensare allo "specchio". L'ipotesi di una difesa a 3 era stata paventata dalla stampa italiana nelle ultime ore, ritrovando quasi un riscontro ironico nei media turchi. Invece il Mancio spiazza tutti: "Il modulo non è ancora stato deciso, non escludo niente". E allora, il "Gala" potrebbe davvero optare per Dany, Chedjou e Kaya davanti a Muslera. Sulle fasce, spazio a Riera a sinistra ed Eboué a destra, con Melo e Selkuk Inan nel ruolo di mediani (ma occhio a Kurtulus ed Emre Colak). Davanti, ancora qualche dubbio: Sneijder è recuperato dopo un mese d'infortunio, ma Amrabat spinge per esserci dal primo minuto. Per il resto, sicuri Bruma e Drogba. In alternativa, la difesa passerà a quattro, con l'arretramento di Riera come esterno basso.
Conte, invece, ha già la distinta pronta per l'arbitro: Buffon governerà la solita difesa, formata da Barzagli, Bonucci e Chiellini. Sulla fascia ritorna Stephan Lichtsteiner dal primo minuto, con Asamoah che rileva Peluso sulla sinistra. Centrocampo d'obbligo, poi, per l'ex allenatore del Siena: Pogba dirigerà l'opera con Marchisio e Vidal a proteggerlo. Davanti, come anticipato, Llorente e Tevez.