Niente intervento del giudice sportivo per il doppio episodio di Bologna, con la tifoseria locale artefice di uno striscione alquanto provocatorio, come ignorata è stata anche l'aggressione al pullman della Juve all’arrivo nella città emiliana.
PRECEDENTE NAPOLI - Succedeva esattamente un mese fa: era l’11 novembre quando la Lega Calcio rendeva nota la decisione del giudice sportivo, Gianpaolo Tosel, nei confronti della Juventus FC: chiusura della Curva Nord e della Curva Sud dello Juventus Stadium per una partita; per la Curva Sud, revoca della sospensione dell’esecuzione della sanzione dopo Juve – Genoa e la chiusura per un ulteriore turno. Il tutto per punire i tifosi juventini artefici di cori ingiuriosi contro i partenopei allo Juventus Stadium. La Vecchia Signora decise così di lanciare un’iniziativa per prendere le distanze da quanto successo: portare i bambini allo stadio che altrimenti sarebbe rimasto mezzo vuoto. Nella gara contro l’Udinese, le curve si riempirono di 12mila under-13 che però si macchiarono di un coro che, tipico di tutte le tifoserie d’Italia contro il portiere avversario, è stato considerato, per la prima volta, ingiurioso. Per la società bianconera, scattava un’altra punizione (5mila euro), irrisoria da un punto di vista pecuniario, ma indicativa di come la penserebbe il giudice sportivo in materia: zero tolleranza.
BOLOGNA – L’affermazione sembra però non trovare riscontro dopo quanto successo venerdì a Bologna. I tifosi rossoblu si sono presentati al Dall’Ara con un striscione impossibile da non vedere. Infatti, le immagini scorrono su tutti i media nazionali, dalle TV ai giornali passando per le testate . L’hanno visto tutti, lo avranno messo in referto anche i commissari mandati da Tosel... A quanto pare no: il suggerimento dato dalla tifoseria locale era quello di bruciare un gobbo per «riscaldare il Natale». Ma non solo: sotto lo striscione che occupava ben due file, ne compariva un altro che recitava così: “Dopo anni di terroni e milanesi…servivano i bambini per portare in curva dei veri piemontesi”. Nessuno ha invocato qui la discriminazione territoriale, nonostante quella parola (terroni) è stata riconosciuta come insulto (e non come termine folkloristico) dalla Corte di Cassazione, che ha sottolineato l'accezione offensiva, a conferma di una sentenza del Giudice di Pace di Savona.
Per ora rimangono molti dubbi su come i commissari prendano nota di quanto succede negli stadi d’Italia: se è vero infatti che quelli presenti a Torino fecero un lavoro impeccabile per Juve-Napoli e il giudice Tosel ha agito di conseguenza in maniera altrettanto decisa, non si capisce come gli inviati di Tosel a Bologna abbiano perso una parte importante del pre-partita. Per ora le regole dicono che nessuno può prendere visione dei referti che arrivano sulla scrivania di Tosel e se un episodio non è segnalato in quelle righe, nessuno potrà prendere provvedimenti, neanche di fronte a immagini chiare e un messaggio facile da interpretare.