“Quando riguardo i miei goal, rido…” Paul Pogba, uomo della serata al Golden Boy Gala 2013 presso l’Hotel Billia di Saint Vincent, in Val d’Aosta, sorride quando sul grande schermo vanno in onda le sue reti in maglia bianconera. E’ il golazo al Napoli che continua ad essere trasmesso, da tutte le angolature possibili, e tiene la scena prima che il trofeo come miglior giovane del 2013 venga consegnato nelle mani del francese dal direttore di TuttoSport, Oreggia. Prima dell’arrivo di Pogba sul palco, sono stati svelati anche i voti: ogni giornalista poteva esprimere cinque preferenze. Su 30 votanti, in 18 hanno eletto Pogba come prima scelta. Secondo in classifica il giocatore belga Lukaku, oggi all'Everton. Sul podio anche il giovanissimo dello Shalke 04, Draxler. Solo quarto Varane, il ventenne francese del Real Madrid.
L’INTERVISTA - Subito dopo la premiazione, Pogba si è concesso a una breve intervista: il Golden Boy dell'anno ha ringraziato la famiglia e gli amici che non l’hanno abbandonato nei momenti difficili, come per esempio a Manchester. Ma ha espresso soprattutto gratitudine per la sua squadra attuale, rivelando come il suo sogno coltivato da piccolo fosse di fare il calciatore: “Non ho mai pensato di praticare uno sport diverso dal calcio” si e' confidato. Non sono mancati riferimenti alla sua nuova casa e al capoluogo piemontese, considerato simile alla capitale francese: “Mi sento bene alla Juve, a Torino mi sento a casa. E’ un po’ fredda, ma è proprio come Parigi”. Si e' lasciato andare a qualche nota di umiltà sul suo talento: “Devo migliorare ancora. Marchisio, Vidal e Pirlo sono forti e solo giocando con loro posso migliorare.” Una parola anche sugli obiettivi di stagione: “Vorremmo vincere la Champions League, ma quando si gioca tanto, dipende tutto dalla testa e da come ci sentiamo quel giorno”. Infine si è sbilanciato, incalzato dal giornalista, sul “pallone d’oro dei grandi”. A chi daresti quel trofeo in Italia? E il polpo risponde senza esitare “Andrea”. E ovviamente si tratta del suo compagno di squadra Pirlo.
PAROLA A MAROTTA – Sul palco viene chiamato anche Beppe Marotta, artefice principale dell’arrivo di Pogba alla Juventus. Il DG bianconero si è fatto portavoce dell’orgoglio bianconero e per essere riusciti a portare a Torino il campione francese, ringraziando il suo staff per aver permesso l’operazione. “Arrivato da promessa, Paul ha dimostrato di essere un campione. Le sue caratteristiche principali sono il coraggio e l’intelligenza. Ma queste sono doti che Pogba ha anche nella vita. E’ un grande calciatore, ma anche un grande ragazzo. Ha tutto per conquistare un ambito premio per grandi.” Sul rinnovo del contratto, Marotta non si è però sbilanciato: “Mi accontento di coccolarlo oggi, spero che insieme potremo conquistare tanti traguardi”.
LA SERATA - Prima dell’arrivo del giocatore da Vinovo, in compagnia del direttore generale Marotta, gli ospiti si sono riuniti in una tavola rotonda: la discussione tra Andrea D'amico, Franco Ceravolo, Luciano Moggi, Riccardo Calleri, Davidi Lippi, Giorgio Perinetti, Marcello Bonetto, è stata moderata da Renato Zaccarelli, Massimo Franchi, Stefano Salandin e Gianluca Di Marzio. Gli esperti hanno parlato soprattutto dei settori giovanili italiani: ha parlato l’ex dg della Juventus Moggi, che non ha dubbi sul talento di Pogba: “E' uno dei migliori colpi della Juventus, certo che l'avrei preso. So perfettamente che è un polivalente, ha il calcio nel sangue, piedi buoni e il fisico. Si vede che la Juve segue i giocatori non con i dvd, ma sul campo, che è importante!" Tra gli altri, interessante soprattutto l’analisi di Andrea D’Amico: “In Italia siamo troppo esterofili, perché non è vero che mancano i giovani talenti italiani. Ce ne sono molti, ma qui stiamo celebrando Pogba, cioè un'eccezione: difficile replicare un prodotto simile. Il merito di questa operazione è enorme. Spesso gli italiani si perdono per strada, ma andando in giro per il mondo vedo che i regolamenti di altri campionati impongono di schierare giocatori di quel Paese, in modo da preservare il prodotto interno. Questo finisce per aumentare la qualità. Noi spendiamo molto per i vivai, abbiamo allenatori bravissimi, ma poi i regolamenti non aiutano".