Per una Juventus che si prepara ad affrontare la delicata trasferta di Livorno ce n’è un'altra che sta già pensando alla partita contro l’Udinese. E’ quella formata dagli ultrà che non potranno accedere alle curve, causa recente squalifica, dai bambini che occuperanno gratuitamente il loro posto, e dai tifosi più adulti che non sembrano aver gradito l’idea, che probabilmente andrà in porto, di giocare il primo dicembre nel pomeriggio, piuttosto che alle 20.45 come previsto.

Queste tre anime così differenti della tifoseria bianconera sono più che mai collegate, in questo momento, perché i gesti di una frangia, in questo caso quella più calda, hanno finito per ripercuotersi su tutti gli altri. L’idea di far accedere i bambini alle curve chiuse agli ultrà è infatti partita, e successivamente accolta, per dare un segnale al calcio italiano, ma anche per evitare che una larga fetta dello stadio risulti vuoto durante la partita contro l’Udinese. La presenza dei bambini allo stadio sembra ormai decisa e per quanto manchi ancora l’ufficialità comporterebbe l’anticipo della partita contro i friulani alle ore 15, fatto che ha già portato i primi mugugni fra la tifoseria bianconera, soprattutto quella fetta che arriva da fuori Torino e che ha la necessità di organizzarsi con i trasporti e, spesso, il pernottamento.

Non è un bel momento nei rapporti fra la società bianconera e la propria tifoseria. Gli ultrà, pur coscienti di aver violato delle norme precise con i cori durante Juve – Napoli, hanno contestato la linea morbida della Juventus contro la squalifica delle curve e hanno minacciato lo sciopero del tifo per la partita di Champions League contro il Copenaghen di mercoledì prossimo. Molti tifosi non appartenenti agli ultrà negli ultimi giorni si sono comunque schierati contro la tifoseria organizzata, contestando soprattutto sui social network la loro scelta di sfidare apertamente la lega con i cori durante la partita contro il Napoli. Con la decisione di anticipare la partita contro i friulani la società rischia ora di inimicarsi anche la parte di tifoseria costituita da famiglie e semplici sostenitori, ma che con sacrifici e perseveranza non fa mai mancare il suo supporto alla squadra. L’idea dei bambini allo stadio è sicuramente lodevole, ma a volte vi è la sensazione che i tifosi, quelli che costituiscono la parte sana della passione calcistica, siano sempre gli ultimi ad essere considerati e rispettati dalle società.