La strana coppia. Joseph Blatter e Papa Francesco. Vederli insieme pare un po' strano a prima vista, se non fosse per la passione del Papa per il calcio. Sarebbe un po' come vedere Briatore ridere e scherzare con il Dalai Lama, per dirne una. Insolito anche perché da una parte, Blatter rappresenta il potere, è il padrone del calcio mondiale, presidente di una federazione che fattura miliardi ogni anno e che invece di innovarsi sembra sempre più volersene rimanere seduta sempre sugli stessi allori e dall'altra, invece, Papa Francesco, all'anagrafe Jorge Mario Bergoglio, che sta cercando di rivoluzionare e innovare la Chiesa spogliandola da quei poteri e pregiudizi secolari che la rivestono e che spesso l'hanno resa impotente verso le realtà più povere.
Un incontro, quello tra Blatter e Papa Francesco, che il presidente della Fifa ha fortemente voluto, ringraziando Sua Santità per averlo accolto e donandogli un bellissimo ricordo calcistico. Poi, in conferenza stampa, il numero uno della Fifa ha parlato del calcio italiano e dei nuovi investitori stranieri: "Un bene? Sì, o forse no. In Inghilterra ha funzionato per i club. Meno bene per le sorti della Nazionale". E sui problemi del calcio iialiano Blatter sembra scettico: "I tanti problemi del calcio italiano? Ho incontrato il presidente Abete e i due vicepresidenti, abbiamo parlato della Nazionale azzurra che va bene, mentre i risultati dei club non sono di pertinenza della Fifa. Seguo con attenzione cosa accade in Italia, parlate di crisi? Non lo so - ha aggiunto Blatter - Sono arrivati nuovi investitori per acquistare le direzione operative di alcuni club, come è già successo in altri Paesi. Proprio oggi ho letto che ci sarebbe un cinese interessato alla Roma. Tutto questo può essere positivo oppure no. In Inghilterra ha funzionato, ma non per la Nazionale, come ho già detto. Staremo a vedere". Nel corso della visita in Vaticano, Blatter ha donato al Pontefice l'ultimo numero di The Fifa Weekly, il magazine ufficiale della massima organizzazione calcistica mondiale, interamente tradotto in latino. L'esclusiva edizione della rivista include un servizio sul San Lorenzo, il club di Buenos Aires di cui il Santo Padre è un grande tifoso. La copertina è dedicata a Didier Drogba, capitano della Costa d'Avorio che ha conquistato la qualificazione ai Mondiali di Brasile 2014: il titolo, emblematico, è Spes Africorum, che in latino significa “la speranza degli africani”.
Blatter poi ha anche parlato di razzismo. "Il razzismo non dovrebbe esistere, è una cosa terribile, ma viene dalle nostra società e non dal mcalcio. Per i tifosi è solo un gioco? Uno sfottò? Sfortunatamente il razzismo non è un gioco, è realtà". Il numero uno della Fifa è passato poi a lodare l'iniziativa della Juventus che ha proposto ottenendo il via libera dalla FGIC nella persona di Abete di riempire lo stadio e in particolar modo le curve di bambini: "Credo sia una ottima idea far entrare i bambini allo stadio, specialmente per la Juventus che possiede l'unico stadio moderno in Italia, l'unico". In conclusione Blatter ha parlato dei prossimi attesissimi Mondiali in Brasile: "Le proteste durante la Confederations? Sono ottimista, vedrete che non fallirà l'occasione. Il Mondiale sarà un successo. Le morti bianche in Qatar? Stiamo vigilando, ma lo sapete che le imprese che lavorano lì per costruire gli impianti sono tutte europee?". Cristiano Ronaldo, comunque, al Mondiale ci sarà. Qui Blatter si irrigidisce e si arrampica sugli specchi: "Ho solo detto che è un calciatore eccezionale e un comandante in campo, poi ognuno ha il suo preferito nel proprio cuore...". Quello del presidente della Fifa non parla portoghese.
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