Prima quelli con Danimarca e Armenia che ci impediranno di presentarci in Brasile come testa di serie, poi quello con la Germania di venerdì sera e ora questo, il quarto consecutivo: l'Italia non guarisce dalla "pareggite", infilando la quarta "X" consecutiva tra amichevoli e gare ufficiali, un risultato che, nel complesso, rispecchia una prestazione abbastanza altalenante, fatta di momenti in cui viene espresso un buon calcio e di altri molto più sofferti.

La partita di Londra è la prima in cui Cesare Prandelli può schierare quella che sarà verosimilmente la coppia d'attacco dei Mondiali, con Giuseppe Rossi finalmente titolare al fianco di Mario Balotelli: l'esperimento produce immediatamente un assist (di Supermario) e un gol (di Pepito), ma nel complesso è tutta l'Italia a sembrare un cantiere aperto, con tante scelte effettuate per monitorare la solidità di certi elementi e valutare possibili allargamenti della rosa. Ogbonna e Ranocchia sono stati ondivaghi, soprattutto il primo, mentre il centrocampo, molto sperimentale, ha dettato sostanzialmente - nel bene e nel male - il ritmo della partita: quando Giaccherini e Candreva sono riusciti a mettere in difficoltà la retroguardia nigeriana con le loro accelerazioni, allora l'Italia ha potuto giocare un buon calcio, rapido, veloce, frizzante e offensivo, ma quando il (poco) filtro ha ceduto all'iniziativa degli africani, in difesa gli azzurri hanno aperto varchi preoccupanti. Nel complesso una delle classiche prestazioni da "sì, però...", ora a Prandelli il compito, non facile, di cominciare a scremare per scegliere i 23 da portare in Brasile.



LA CRONACA - Bastano soltanto 12' perché il tandem Rossi-Balotelli piazzi il primo squillo della sua storia: Supermario si inventa un assist al bacio lanciando in profondità Pepito, che scavalca Ejide in uscita con un delizioso pallonetto. La partita sembra mettersi in discesa per gli azzurri, anche perché la Nigeria, che ha appena strappato il pass per il Brasile battendo l'Etiopia negli spareggi, schiera molte riserve e commette gravi errori in fase di impostazione regalando spesso il pallone a centrocampo, ma, come puntualizzato anche da Prandelli nel dopo-gara, l'Italia "commette l'errore di fare possesso palla sterile", senza affondare mai il coltello. Gli africani non perdonano, e pungono alla prima vera occasione: traversone di Ameobi dalla sinistra sul secondo palo, Dike stacca sulla testa di Pasqual (che chiederà, invano, un fallo in attacco del nigeriano) e gonfia la rete. L'Italia accusa il colpo, e passano soltanto 5' perché le Super-Aquile ribaltino completamente il risultato: Candreva perde una palla sanguinosa a centrocampo, cinicamente punita in contropiede: Moses serve la sovrapposizione di Benjamin che va al cross sul primo palo, dove Ameobi interviene mettendo sotto la traversa con un colpo da biliardo di esterno destro.

Prandelli non opera cambi nell'intervallo, ma gli azzurri tornano in campo con altro piglio: è questione di un paio di giri di lancette e Giaccherini agguanta il pareggio coronando una bellissima azione che ha come protagonisti anche Balotelli, Rossi e Candreva, autore dell'assist finale. L'Italia ora può continuare a sperimentare, con Prandelli che rinnova l'intero centrocampo inserendo Pirlo, Poli, Cerci, Diamanti e Parolo, ed è proprio il centrocampista del Parma a rendersi subito pericoloso centrando il palo al 61'. Gli azzurri ci credono, la Nigeria si scompone, Cerci e Diamanti (traversa su punizione all'86') danno nuova linfa a Balotelli, ma nonostante le tante occasioni il gol della vittoria non arriva.