Piove sul bagnato in casa Sampdoria. La sconfitta di Firenze e il penultimo posto in classifica avevano convinto la società ad esonerare Delio Rossi per far spazio a Sinisa Mihajlovic, vecchia gloria del calcio doriano e attuale commissario tecnico della Serbia; ma le parole del presidente della Federcalcio del Paese slavo e i tempi non brevi della trattativa rischiano di trasformare la vicenda in una ridicola farsa.

Infatti, Mihajlovic non è sembrato particolarmente convinto della proposta della famiglia Garrone fin dal principio. L'ex difensore della Doria (per lui 128 presenze e 15 reti dal 1994 al 1998), pur essendo affezionato ai suoi vecchi colori, è sotto contratto con la Nazionale del suo Paese fino agli Europei del 2016, e oltretutto non è sicuro del fatto che la Samp sia in grado di assicurargli un compenso migliore di quello attuale, dal momento che la Doria ha ancora a libro paga Ciro Ferrara e lo stesso Rossi. Inoltre, ieri  il presidente della Federazione calcistica serba Tomislav Karadzic ha rilasciato queste dichiarazioni all'emittente 'SportskeNet': ''Personalmente vorrei che restasse, perchè alla Nazionale serve continuità. Non sarebbe saggio cambiare ora, quando abbiamo una squadra già formata, con il ricambio generazionale in atto e serie possibilità di qualificarci ai prossimi Europei. Parlerò con Sinisa e decideremo entro i prossimi sette giorni'', ha detto il dirigente prima della partenza della Serbia per Dubai, dove la selezione balcanica affronterà la Russia di Capello in amichevole. Mihajlovic, riferisce sempre 'SportskeNet', avrebbe chiesto proprio una settimana di tempo ai Garrone prima di decidere se accettare o meno, nell'intenzione di valutare bene ogni scenario possibile.

L'alternativa più gettonata al nome di Mihajlovic è quella rappresentata da Zdenek Zeman, inattivo da febbraio, quando fu allontanato dalla Roma. Il tecnico boemo è sponsorizzato dai tre uomini forti dello staff dirigenziale doriano, Osti, Sagramola e Pavone (suo d.s. ai tempi del Foggia di Casillo), e starebbe seriamente pensando di prendere in considerazione l'ipotesi, ritenendo di poter trovare gli interpreti giusti per il suo 4-3-3 nell'ampia rosa della Samp (che conta più di trenta elementi). Anche in questo caso, gli ostacoli di natura burocratica non mancano, poichè Zeman è legato alla Roma fino a giugno da un contratto da 1,5 milioni all'anno; difficilmente l'allenatore ceco riuscirà a risolvere l'accordo con i giallorossi in poco tempo, e ad ogni modo non è detto che la società blucerchiata possa garantirgli una cifra simile. La suggestione di vedere Zeman sulla panchina doriana è perciò poco probabile, anche perchè la soluzione non entusiasma la piazza particolarmente.

In Inghilterra c'è un tecnico molto richiesto, che però pare non essere intenzionato a ritornare (ancora) in gioco. Si tratta di Roberto Di Matteo, condottiero del Chelsea campione d'Europa nel 2012, che fu esonerato da Abramovich appena sei mesi dopo quel trionfo. Il coach italo-svizzero aveva già declinato l'offerta del Sunderland per prendere il posto di Di Canio due mesi fa, e progetta di rispondere picche anche alle avances del Fulham, sulla cui panchina Martin Jol è sempre più in bilico dopo lo 0-4 patito a Liverpool e il terzultimo posto in graduatoria. Secondo il 'Daily Mail', il motivo di questi rifiuti è chiaro: Di Matteo è ancora stipendiato dal Chelsea in quanto non è riuscito a trovare un accordo sulla buonuscita con il club di Abramovich, che dunque continuerà a corrispondergli 130mila sterline a settimana (somma che oscilla tra 155 e 170mila euro) fino al prossimo giugno, scadenza naturale del contratto. L'indiscrezione è plausibile, ma non tiene conto del fatto che Di Matteo in estate rifiutò la ben remunerata panchina del Psg, costringendo gli sceicchi a virare su Blanc; forse, semplicemente, l'ex manager dei Blues aspetta una sfida più intrigante, che si confaccia ad un tecnico giovane ma già vincente come lui.