Lo aveva richiesto a gran voce, Carlos Tevez. Tra le colonne di Tuttosport, il suo grande desiderio finalmente espresso: "Vorrei parlare con Papa Francesco, raccontargli del degrado di alcuni quartieri argentini". Detto, fatto. Dal Vaticano una telefonata, una possibilità che Carlitos ha raccolto prontamente. Quasi quanto gli assist dei centrocampisti bianconeri.

Chissà cosa si saranno detti, i due. Sicuramente, l'Apache avrà illustrato la sofferenza dei suoi trascorsi, le prigioni viventi di quartieri che ormai ghettizzano bambini già deliquenti. Avrà parlato della sua storia, il numero dieci bianconero. Di come un pallone gli ha salvato la vita, di come lo stesso pallone potrebbe salvare altri mille ragazzi. Poi lo scambio ufficiale di doni: Papa Francesco ammira e accetta di buon grado (da juventino velatamente dichiarato!) la "10" di Tevez. 

"Grazie Santo Padre per aver ricevuto la mia famiglia", ha subito twittato l'attaccante. Che ha subito aggiunto parole che difficilmente si dimenticano: "È un orgoglio che Lei sia argentino... e così umile". Insomma, il cuore dell'Apache ora è colmo d'amore e di gioia. L'ennesimo sogno realizzato, l'ennesimo passo in avanti verso la lotta al degrado di Fuerte Apache. Carlos ci ha sempre creduto, ora ha un alleato niente male.