Cesare Prandelli si specchia nel nostro calcio e allora, inevitabilmente, le sfide contro Germania e Nigeria passano in secondo piano. La ribalta, infatti, tocca ai fatti di Salerno, con gli ultrà della Nocerina padroni di uno sport ammalato. "A Salerno abbiamo perso tutti. Col senno di poi dovevamo gestirla meglio. Non si può arrivare alla partita e decidere. Facile dire: non si doveva giocare. Quando trovi una situazione in cui sei minacciato, non hai la possibilità di fare il tuo lavoro è dura. Da allenatore, se ho due figli che vanno a scuola, forse non farei il mio lavoro in quella città. Questo non è un mondo civile. Sono riflessioni che il calcio, la società e una città come Nocera deve fare. C'è gente che si mette la maglia da ultrà ma non sono ultrà, sono delinquenti. Ultrà e delinquenti non sono da associare. Gli ultrà sono quelli che vanno prima alla partita, preparano le coreografie, fanno collette per chi ha bisogno, ma c'è una percentuale bassissima che sfrutta quelle situazioni per usare il potere e minacciare. A Firenze abbiamo fatto prevenzione, in 5 anni qui non è successo nulla. Questo rapporti vanno incrementati, occorreva molta più prevenzione. Così deve andare il calcio. Rispetto a chi allena un club, vedo il calcio in un modo diverso. Se sei nell'ingranaggio percepisci invece una realtà diversa, violenta, che ti minaccia. Se vivi in una città con la famiglia, diventa difficile".
La medicina, forse, arriverà dall'esterno. "Non avremo il coraggio di fermarci, magari ci sarà qualcuno che ci dirà di farlo. Fifa e Uefa arriveranno e ci daranno delle sanzioni. Se non siamo capaci di autogestirci, arriveranno gli altri a farlo per noi. Non abbiamo il potere di farlo. Questo è un problema non solo dei calciatori. Di tutti, anche vostro, anche voi giornalisti siete minacciati a volte. Questo non è calcio, non è un mondo civile. Nella lotta alla violenza negli stadi abbiamo fatto progressi? No, ma forse non abbiamo toccato i tasti giusti. Durante le partita, se c'è vera indignazione per certe cose mi alzo ed esco, ma non vedo fare questo. Il passo indietro federale sulla chiusura delle curve? Il problema è generale. Se uno stadio decide di autosqualificarsi come è successo a Juve-Napoli, è grave. Dobbiamo capire. Non so se siamo retrocessi. O ci diano una mossa o andremo sempre più in basso. Ci dobbiamo sempre illudere di essere i migliori, non lo siamo più. Quelle di Salerno sono immagini che vanno in tutto il mondo. Raggiungeremo i top player solo se non ci illuderemo di essere i migliori e potremo andare allo stadio con serenità. Il nostro non è più un calcio esportabile".
Prandelli, giustamente, è lapidario. E ha ragione. Mette il dito nella piaga e lo fa intelligentemente, non accusa, riflette. In primis da uomo, da padre di famiglia, da appassionato di calcio ed infine da allenatore della Nazionale. Impossibile non concordare con lui. I fatti di Nocera hanno dimostrato ancora una volta quanto indietro sia il calcio italiano rispetto alle realtà estere, a quanto ancora enorme sia il gap da colmare. E' la cultura a mancarci, sia quella sportiva che quella, spesso, giornalistica. Basti vedere quante testate giornalistiche hanno cavalcato i fattacci di Nocera in questi giorni andando dietro esclusivamente allo scoop, all'esagerazione, alle mezze verità, senza (quasi) mai concentrarsi sulla realtà di ciò che era accaduto ma preferendo appunto riempire pagine su pagine con titoloni e accuse dirette un po' a destra e un po' a manca contribuendo a rendere più complessa una situazione già confusa. E' la nostra mentalità, quella che ammala il calcio e ogni altro aspetto della vita sociale, che preferisce la violenza, lo sfottò, la minaccia alla civiltà che rimane sempre più una chimera, una parola priva di senso, in un Italia dove la rabbia, non solo calcistica, si riversa a grandi ondate in un mare sempre più prosciugato e arido di umanità dove ogni cosa sembra destnata ad affondare e ad arrendersi all'illegalità e a tutto quello che è incivile.
VERSO ITALIA - GERMANIA - "Dopo aver proposto diversi moduli, abbiamo forse nella nostra testa un'idea ben precisa ma dobbiamo farci trovare preparati". In attesa delle due amichevoli con Germania e Nigeria, il ct della Nazionale Cesare Prandelli è convinto di aver trovato la 'quadra' in vista dei Mondiali in Brasile. "Ci sono più partite nelle partite - spiega il ct azzurro in conferenza stampa a Coverciano - gare dove con l'esterno largo abbiamo fatto bene e altre dove abbiamo provato anche un centrocampo particolare, con cui forse perdiamo nel palleggio e in quella qualità ricercata agli Europei. Vista l'impossibilità di fare stage e stare tanto sul campo, ho usato le gare ufficiali per capire dove dobbiamo andare, ed io l'ho capito. Il modulo è quello coi quattro centrocampisti e i due attaccanti, ma può esserci anche la necessità di allargare il gioco sulle fasce".
Un cambio di modulo che apre al futuro e alla coppia da sogno, quella attesa da tutti. "Nella mia testa c'è di provare Balotelli-Rossi venerdì, anche se Rossi è arrivato e ha la febbre”. Non manca però un messaggio all’attaccante rossonero: “Sono d'accordo con Allegri, i grandi campioni devono fare vincere la squadra assieme, non da soli. Per reggere tre gare a settimana devi arrivare bene, preparato mentalmente, conoscendo gli avversari. Mario sta vivendo un momento strano, particolare, ma se hai orgoglio e carattere questi momenti ti possono fortificare ancora di più. Deve ritrovare fiducia, serenità, a calcio sa giocare. Pressione? Penso debba conviverci".
Il Ct, che ha confermato il regolamento interno sull'utilizzo dei Social Network durante il Mondiale, vorrebbe invertire la rotta nelle amichevoli, con la Nazionale che non e' riuscita ad ottenere sinora i brillati risultati conseguiti nelle gare ufficiali: ''Sono convinto che faremo delle buone prestazioni. Dobbiamo far tesoro degli errori che abbiamo commesso e in questa settimana i giocatori devono vivere in maniera serena e tornare ad avere quel sorriso che hanno i ragazzini''. Il primo banco di prova e' la Germania, che ha nell'Italia la sua bestia nera: ''C'e' solo il desiderio di giocare contro una grande squadra, che ci ricorda tante imprese e che e' migliorata tantissimo''.
RITIRO A COVERCIANO - Una partitella a ranghi misti che ha visto in grande spolvero il centrocampista del Parma, Marco Parolo (autore di una tripletta), ha caratterizzato la seduta pomeridiana di ieri della Nazionale in ritiro a Coverciano per preparare il doppio test amichevole contro Germania e Nigeria. Dopo una prima fase di riscaldamento muscolare effettuata in palestra, il gruppo (assente solo Giuseppe Rossi, rimasto a riposo per uno stato influenzale con tonsillite) ha effettuato giri di campo a ritmo alternato. La rosa azzurra è stata divisa in tre gruppi: il primo era formato dai milanisti Balotelli, Abate, Montolivo e Poli; il secondo dagli juventini Barzagli, Bonucci, Marchisio e Pirlo, più Giaccherini, e il terzo dal resto dei giocatori convocati da Prandelli.
TRIPLETTA DI PAROLO - Nella parte conclusiva dell'allenamento gli azzurri, ad eccezione di Marchetti, Criscito, Abate, Ogbonna e De Rossi, hanno disputato una partitella a ranghi misti su campo ridotto. Oltre alla tripletta di Parolo, da segnalare la doppietta di Osvaldo e le marcature di Gilardino, Cerci e Balotelli che si è procurato nel corso della partitella una lieve contusione alla mano destra, per un pestone ricevuto da un compagno di squadra che non ne ha comunque pregiudicato il completamento dell'allenamento. Per gli azzurri oggi nuova doppia seduta con il primo allenamento fissato alle 10.30.
NIENTE ITALIA PER KLOSE - Si ferma Miroslav Klose. L'attaccante non sarà in campo venerdì a Milano nell'amichevole tra Italia e Germania, ma anche la Lazio dovrà rinunciare al tedesco per qualche giorno. Il medico sociale biancoceleste, Roberto Bianchini, infatti, sulle frequenze di Lazio Style Radio, ha fatto il punto della situazione spiegando: "La spalla è dolente, il tedesco aveva già subito due lussazioni. è partito per la Nazionale, abbiamo contatti con il medico tedesco e aspettiamo notizie. Dovrà comunque osservare una ventina di giorni di riposo", ha dichiarato Bianchini.