Il Cagliari di Diego Lopez festeggia come meglio non avrebbe potuto il ritorno al “Sant’Elia”, cogliendo tre punti fondamentali in chiave salvezza nella sfida contro un Catania sfortunato per gli imprevisti in corso d’opera ma al di là di questo in netta difficoltà. Finisce 2-1 in favore dei sardi, che spezzano un’astinenza da vittorie che durava dal successo sull’Atalanta alla prima giornata con lo stesso punteggio e salgono a dieci punti in classifica, quinto ko stagionale per gli etnei che si sedimentano nei bassi fondi della graduatoria in attesa della prossima, delicatissima, gara con il Sassuolo al “Massimino”.

La partenza riflette l’entusiasmo e la voglia di fare dei padroni di casa per il ritorno davanti al proprio pubblico, un’azione insistita dentro l’area di rigore avversaria cattura subito l’attenzione in avvio. Al 5’, però, per i 5.000 del “Sant’Elia” arriva la doccia fredda per l’acuto del protagonista meno atteso: è perfetto il terzo tempo di Gonzalo Bergessio sul tiro dalla bandierina di Plasil, il “Lavandina” scarica perentoriamente in rete la sfera con un’incornata centrale ma che Agazzi riesce solo a toccare col palmo della mano, poco vigile nell’occasione la difesa di casa. Il gol incanala il primo quarto d’ora della contesa in favore dei rossazzurri, più lucidi e costanti nel possesso, ma la partita non decolla anche per la scarsa complicità del terreno di gioco, fattore di disturbo per diversi controlli e tentativi di impostazione.

Il Cagliari sbaglia comunque molto e fatica a trovare le misure per farsi spazio nella trequarti avversaria, gli etnei tentano con Biraghi dalla distanza al 12’ e con Barrientos un minuto più tardi, ma il Pitu è ispiratore dell’azione più degna di nota al 16’, suggerendo in verticale per Bergessio che gira a rete trovando la risposta di Agazzi. La sequenza è una piccola sveglia per i sardi che alzano il ritmo e, dopo un destro dalla distanza di Conti respinto da Frison, trovano il pari al 26’: strabordante azione personale di Victor Ibarbo che nella parte destra dell’area di rigore elude l’opposizione di Legrottaglie e fulmina Frison con una staffilata sotto l’incrocio sul secondo palo. Per l’ex Atletico Medellin è il terzo gol contro il Catania nella sua esperienza italiana.

La gara sale di tono, il Cagliari prova ad imporre il proprio gioco mentre il Catania vive di fiammate: al 30’ sinistro a giro di Barrientos dalla trequarti, palla fuori di un soffio. L’ultimo quarto d’ora della frazione è di marca dei rossoblu, che creano anche i presupposti per il vantaggio: prima Sau manca la porta con un comodo destro a giro da dentro l’area, poi Ibarbo parte in contropiede raccogliendo un’altra palla persa malamente dagli etnei in attacco e arriva a tu per tu con Frison, messo giù in area da Legrottaglie (dubbi sul punto dell’irregolarità che sarebbe stato appena prima del limite) che si fa spedire negli spogliatoi con il rosso diretto; lo stesso colombiano si incarica della battuta del rigore, ma Frison è bravo a respingere il suo fiacco tentativo dagli 11 metri e la successiva ribattuta di testa. Nei minuti che portano all’intervallo la squadra di Lopez va in forcing per sfruttare la superiorità numerica, ma ogni discorso viene rinviato alla ripresa.

Dopo l’intervallo Maran corre ai ripari con la prevedibile sostituzione di un Castro ancora evanescente e sotto la sufficienza con Rolin (l’uruguaiano sarà il migliore dei suoi nella ripresa), disponendo un 4-4-1 con Barrientos sacrificato come laterale destro di centrocampo e Plasil sguinzagliato a sinistra.

Gli etnei serrano le fila dietro ma provano, non sempre senza esito, a presenziare con costanza nella trequarti, il Cagliari fa possesso ma manca di incisività: dopo velleitari tentativi di Cabrera e Nainggolan, sono Ibarbo (tiro-cross ravvicinato) e Conti (punizione bassa a giro) i più pericolosi, ma Frison risponde presente in entrambe le occasioni. Prima dell’esecuzione del capitano, Lopez getta nella mischia Pinilla (fuori Sau) per fare densità in area di rigore: il cileno si avventa sul suo primo pallone al 70’, mandando alto un cross dalla destra.

I sardi spingono con più decisione e hanno le misure per mettere alle corde il Catania, che intanto vede peggiorarsi  ulteriormente la situazione con l’infortunio di Bellusci: al suo posto Gyomber, all’esordio in serie A. Lopez gioca le carte Ibraimi e Nenè, per Maran un’altra rogna ovvero i soliti problemi muscolari di Almiron, deve alzare bandiera bianca per fare spazio a Tachtsidis.

All’81’ Pinilla aggancia male un cross dalla destra di Ibarbo spedendo sopra la traversa, ma non sbaglia la terza opportunità tre minuti più tardi: si coordina in maniera sporca ma efficace su un altro cross di Ibarbo mandando sul palo, poi è bravo e fortunato a trovarsi sulla zolla giusta per ribattere in rete a Frison battuto; è una rete che scatena la gioia di un’intera cittadinanza calcistica, simboleggiata dalle poche migliaia di tifosi in curva che Pinilla corre ad abbracciare eludendo anche la “marcatura” della sicurezza.

L’ex Grosseto e Palermo squilla poi pure per il 3-1, ma Frison dice di no insieme ad un ottimo Rolin, che salva nel recupero su Ibraimi. Il Catania abbozza un forcing nel finale, ma non riesce mai materialmente a creare pericoli. Dopo quattro minuti di recupero, il triplice fischio di Gervasoni: al “Sant’Elia” Cagliari batte Catania 2-1.