Prima la chiusura della curva del Milan e le esternazioni di Galliani, poi l'auto-discriminazione dei tifosi del Napoli, infine il comunicato della Curva Nord dell'Inter che esorta tutti gli ultras ad una giornata di chiusura delle curve italiane. Insomma, sembra sul punto di scoppiare una grossa bomba ad orologeria, l'ennesima crisi del pallone che verte su problemi legati a questioni di curva. La Lazio è da sempre soggetta alle intemperanze – reali o ritenute tali – dei propri tifosi. La UEFA ne fa la sua vittima prediletta e in Curva Nord si fa di tutto per acuire i dissapori con il padrone del calcio europeo: Michel Platini.

SCACCO MATTO - È Claudio Lotito, intervenuto a Radio 24, a fare il punto della situazione sulle nuove norme che stanno mettendo in subbuglio il mondo del pallone. “Con la questione della discriminazione territoriale le società sono ancora più ostaggio degli ultras, che possono far chiudere lo stadio facendo 50 cori” tuona il presidente biancoceleste. “Se un settore di migliaia di persone assume un comportamento di un certo tipo è giusto che vada censurato, ma 30 persone non rappresentano tutta la tifoseria”. A volte il rischio è quello di sottovalutare la portata della così detta “mentalità ultras”, capace di unire le tifoserie e di annullare distanze e rivalità storiche. “La norma sulla discriminazione territoriale così com'è stata impostata fa solo danni, è un boomerang".

PLATINI E IL RAZZISMO - Lotito difende poi la sua Lazio e ammette sarcastico: “Non è che posso mettere un poliziotto al fianco di ogni spettatore per registrarlo con un microfon. Non possiamo vietare ai tifosi di parlare. Oggi le società non hanno i mezzi per prevenire il fenomeno". E ora l'affondo su Platini: “La FIGC è una delle federazioni più importanti che ci siano e bisogna che il presidente Platini capisca determinate situazioni, non è che è diventato il Vangelo, bisogna adottare le norme in base agli usi e costumi del paese”. Infine ritorna sul tema razzismo: “"Con il termine razzista oggi viene inglobata una serie di comportamenti maleducati e campanilistici. Nel caso della Lazio la Uefa ha chiuso tutto lo stadio perchè alcuni spettatori della curva intonavano cori contro i polacchi dopo che gli stessi avevano messo a ferro e fuoco la città: al Legia Varsavia non è successo niente, alla Lazio hanno chiuso lo stadio”.