ROMA- La Curva Nord non offrirà il solito spettacolo domenica prima del derby. Uno dei rappresentanti storici, Fabrizio "Diabolik", ha spiegato ieri in radio che la questura ha ritenuto "pericolosa" e "offensiva" la coreografia che i ragazzi della Curva stavano preparando ormai da tempo, con sforzi in termini economici e di ore spese. Pare, dalle indiscrezioni che circolano in queste ore, che siano stati ritenuti pericolosi i palloncini ad elio che erano parte fondamentale della scenografia stessa. Allo stesso tempo, in questa decisione senza alcun precedente, sono stati ritenuti offensivi i riferimenti al trionfo del 26 Maggio in Coppa Italia. Questo probabilmente porterà la Curva a restare priva di qualsiasi spettacolo pre partita, vista la vicinanza della partita e i soldi già spesi. Verrà quindi interrotta, per una decisione discutibile, una tradizione più che decennale che ha dato lustro e pepe alla stracittadina.
IL PASSATO- Negli anni la squadra ha potuto contare su una spinta incredibile data dalla Curva Nord e da scenografie emozionanti create dagli artisti deltifo laziale. Tornando indietro di qualche anno, il 16 Ottobre 2011 la Lazio si presentava all'Olimpico con il pesante fardello dei cinque derby persi consecutivamente, e con l'obbligo di riportare la stracittadina dalla parte biancoceleste del Tevere. In questa occasione si decide di unire uno stupendo disegno con la poesia romana. Sul telone che scende in Curva si vide un uomo con la mano dentro la bocca della libertà e una scritta, ripresa dai versi di Giuseppe Gioacchino Belli "la verità da me, tiella pe certa". Alla base del telone appare uno striscione, con un invito nei confronti dei tifosi avversari: "Per storia e tradizione da voi nessuna lezione". La partita finisce 2-1 per i biancocelesti, Klose a tempo scaduto supera Stekelenburg e riporta la Lazio alla vittoria dopo due anni.
Più semplice ma non meno suggestivo ciò che avviene nel derby di ritorno: una lunga distesa di bandiere biancocelesti con tre striscioni che tagliano la curva. Gli striscioni riportano i versi di un canto romano, "alla Renella", recitando i seguenti versi: "Se er Papa me donasse tutta Roma, e me dicesse lassa annà chi t'ama, io je direbbe no Sacra Corona" a simboleggiare un amore verso la squadra che neanche la più generosa delle contropartite potrebbe mai spegnere. Anche in questo caso, la Lazio vince la partita per 2-1, con le reti di Hernanes su rigore e Mauri.
Passando alla stagione successiva, il derby d'andata si gioca nel nome di Gabriele Sandri. La partita cade infatti nel triste anniversario della morte del tifoso laziale a Badia al Pino 5 anni prima, l'11 novembre 2007. La Curva sceglie di ricordare il ragazzo con un bellissimo disegno dello stesso Gabriele, accompagnato dallo sventolio delle bandiere biancocelesti. Anche questa volta il derby va alla Lazio, che vince 3-1 in rimonta con i gol di Candreva, Klose e del capitano Mauri.
Il ritorno della stagione 2012-2013 fa segnare il primo pareggio nella stracittadina dallo 0-0 del 29 Aprile 2007. Questa volta vanno in gol Hernanes e Totti su rigore provocato da un fallo dello stesso Profeta. Sugli spalti ancora una volta va in scena uno spettacolo mozzafiato. In curva scende un telo un padre che allaccia lo scarpino al figlio pronto a giocare a calcio. Sotto la curva, un lungo striscione riporta la scritta "Dal 1900... La squadra dei padri, la fede immortal".
E si arriva così all'ultima stracittadina giocata, probabilmente la più famosa della storia, quella che resterà nei libri: la finale di coppa Italia. In palio ci sono la Coppa, un accesso in Europa e la gloria cittadina. Fantastico il colpo d'occhio della Curva, con i ragazzi incaricati del disegno che si superano: la dea Roma che consegna un vessillo con l'aquila ad un giocatore della Lazio, e la scritta Hic manebimus optime, letteramente: "qui staremo benissimo", presa dalla "Storia Romana" di Tito Livio. Il derby si conclude con il gol di Lulic al 71esimo e la coreografia portata al centro del campo da tifosi in costume da legionari, da far ammirare al mondo.
OGGI- Ed arriviamo ad oggi, o meglio a Domenica. A meno di un cambio di idee dell'ultimo minuto, la Curva Nord non avrà la sua coreografia. In un momento in cui si parla di razzismo e violenza negli stadi, forse sarebbe opportuno lasciare un po' di libertà a quella parte "sana" e "bella" del tifo, alla parte "spettacolare", a chi spende soldi, tempo e fatica per offrire alla città, ai tifosi e al mondo uno spettacolo che non ha pari.