Torna a vincere contro il Chievo, la Lazio all'Olimpico, dopo ben dieci anni. Perentorio il 3 a 0 con il quale vengono abbattuti i clivensi. I gol – tutti nel primo tempo - portano la firma di Candreva, Cavanda e Lulic. Piccoli segnali di miglioramento nella squadra di Petkovic rispetto alle prime due gare di campionato, in un clima un po' teso e di contestazione dello zoccolo duro della tifoseria contro la dirigenza. Una vittoria che porta non solo tre punti fondamentali ma un po' di serenità in vista di domenica prossima, quando si giocherà un derby che si preannuncia “caldo”. Bel gioco se n'è visto a sprazzi solo nella ripresa, ma mai come oggi, ciò che contava era battere il Chievo e dissipare un po' di nubi.
Primo tempo - Ritmi blandi, molti errori nei passaggi e nella manovra per entrambe le compagini ma al primo sbaglio determinante, Ederson ruba palla e serve a Candreva l'assist per il tiro in porta. La Lazio si porta così in vantaggio al 7', complice anche la deviazione importante di Cesar. Al 14', tegola in casa biancoceleste, quando Biava, per infortunio, è costretto alla sostituzione, al suo posto entra Ciani. La reazione del Chievo c'è, ma è spesso scomposta ed imprecisa, tuttavia, gli uomini di Sannino riescono a collezionare quattro corner in pochi minuti. Al 23' insidioso il tiro di Dramè dal limite dell'area, che trova la deviazione in angolo di Ciani. Al 26', dall'ennesimo angolo battuto dal Chievo, Thereau ci prova di testa, Marchetti salta e blocca il pallone. Pericolosissimo il Chievo al 34'. Cavanda sbaglia un disimpegno, Thereau ne approfitta e conclude in porta, sulla respinta corta Paloschi non riesce a deviare in rete.
Al 36', sull'ennesimo corner, stavolta è Cesar ad elevarsi e provarci di testa, mancando il bersaglio. La Lazio si sveglia e mette cinicamente a frutto due contropiede. Al 38' arriva il raddoppio: Cavanda segna il 2 a 0, sfruttando un cross dalla parte opposta di Ledesma, col portiere del Chievo che esce a vuoto. Il terzino, da posizione defilata, infila la palla in rete. Tre minuti più tardi è Lulic a chiudere, forse e definitivamente i conti, bucando per la terza volta la rete clivense, servito da Onazi. Un Chievo stordito dal micidiale uno-due della Lazio, non riesce a riversarsi in area avversaria e dopo tre minuti di recupero, l'arbitro manda le squadre negli spogliatoi.
Secondo tempo - Si riprende senza nessun cambio nella Lazio, uno invece nel Chievo: Estigarribia sostituisce Sestu. La Lazio inizia spingendosi subito in avanti alla ricerca del quarto gol. Al 50' Lulic si procura una punizione che verrà battuta al limite sinistro dell'area. Colpisce il pallone Ledesma ma la sfera va fuori bersaglio. Un minuto più tardi, brivido in area biancoceleste quando Cavanda sbaglia un disimpegno, il pallone va a campanile, Estigarribia colpisce il pallone che non trova la porta. Al 53' è Ederson a provarci a pochi metri dal limite, non la conclusione a giro del brasiliano ha poca fortuna. Al 62', Candreva fa tremare la porta del Chievo: il suo pallonetto dal vertice dell'area, si stampa all'incrocio dei pali. Al 66' pericolo in area laziale, quando sul cross di Dramè, Marchetti si lascia scorrere la palla davanti alla porta, con Cana pronto a mettere in angolo.
Nei venticinque minuti finali, è Klose il più “testardo” nel cercare un meritato gol personale. Al 70' colpisce di testa, su cross di Candreva ma il pallone esce a fil di palo. Al 72' ottimo lancio lungo di Ederson per Klose che, davanti alla porta, arriva sulla sfera solo con la punta del piede. Dieci minuti più tardi, è il Chievo a svegliarsi e a cercare il gol della bandiera e ci va vicino due volte con Paloschi: prima con un tiro dalla distanza poi, lo stesso attaccante, non riesce a bucare Marchetti con una conclusione ravvicinatissima, sul quale il portiere è costretto ad un miracoloso intervento. La partita scivola via senza particolari sussulti, tranne la reazione di nervi di Sardo nei confronti di Candreva, infastidito dagli uno contro uno. Da registrare, l'entrata di Keita nei minuti finali, a posto di un acciaccato Cavanda.