The day after. Da ieri alle 23 è ufficialmente chiusa la finestra estiva di calciomercato. D'ora in poi, dopo aver seminato, verrà il tempo di raccogliere i meritati frutti. In via Turati, hanno gettato il cuore oltre l'ostacolo economico per riconsegnare Ricky Kakà alla platea che tanto lo ha osannato ed amato. Missione compiuta. L'arrivo del brasiliano a Linate ieri ha mobilitato la folla, che si è poi trasferita sotto la sede di via Turati per regalargli una grande accoglienza.
Il mercato del Milan, però, non è stato solo Kakà. Altro colpo last minute è stato Alessandro Matri, che domenica sera ha assaggiato San Siro per qualche minuto. Operazione più onerosa la sua, 11 i milioni versati nelle casse di via Galileo Ferraris, per assicurarsi le prestazioni del 29enne attaccante ex Juventus, cresciuto nel vivaio rossonero. Chiaro è che le operazioni di mercato si siano sbilanciate indubbiamente verso il reparto avanzato, anche a causa dell'infortunio di Pazzini, alla luna calante di El Shaarawy e all'inaffidabilità di Niang. Per lottare su tre fronti, è di fondamentale importanza disporre di un parco attaccanti ampio, che non si appoggi solo su Balotelli ed El Shaarawy, senza dover poi dipendere dalla lena di Robinho e di Niang.
Il chiaro appello dei tifosi rossoneri di puntellare difesa e centrocampo dopo la qualificazione alla fase a gironi di Champions League non è stato ascoltato. Forse, ci si attendeva che qualche grande nome arrivasse a rinforzare i reparti arretrati. Ma di fare follie, in questi tempi di magra, in via Turati non ci pensano minimamente. Si sperava in Astori, ma Cellino in versione Zoff ha respinto tutte le offerte pervenute per il difensore mancino. Al palo, oltre al Milan, sono rimasti anche Napoli, Roma, Southampton e Manchester City.
In realtà, la difesa rossonera può contare su due nuovi innesti, ossia il giovane colombiano Vergara, di cui si dice un gran bene, e l'esperto Silvestre, in prestito dai cugini nerazzurri. A fronte di due entrate, come suggerisce l'equazione più volte ripetuta da Galliani, sono previste due uscite. A salutare Milanello sono stati Luca Antonini e Mario Yepes, non proprio due titolarissimi come furono Thiago Silva e Nesta, però quantomeno due elementi di esperienza su cui Allegri ha sempre potuto contare. L'esplosione di De Sciglio ha definitivamente estromesso Antonini dalla rotazione dei terzini sinistri, essendo stato scavalcato nelle gerarchie anche da Constant ed Emanuelson. Dopo tante ipotesi russe e turche, su di lui è piombato il Genoa, inserendolo nello scambio con Birsa. Il colombiano Yepes, era in scadenza di contratto, e si è accasato all'Atalanta di Colantuono. Un investimento oneroso è stato fatto per riscattare l'altro colombiano, Zapata, dal Villarreal, per un totale di 7 milioni di euro. Mentre Constant è stato riscattato dal Genoa di Preziosi, inserendo Rodney Strasser come contropartita tecnica a favore del grifone. Il centrocampista della Sierra Leone è stato poi girato in prestito alla Reggina.
La mediana rossonera ha calorosamente accolto l'arrivo di Andrea Poli dalla Sampdoria, in comproprietà. Il giovane azzurro ha già ampiamente convinto alle prime uscite, andando anche in gol a Verona, purtroppo inutilmente. In più, il grande ritorno di Nigel De Jong è da considerare come un vero e proprio acquisto; con lui in campo, il centrocampo di Allegri si è dimostrato più solido ed equilibrato, con un pizzico di esperienza in più, che non guasta mai. Il neo capitano Montolivo è chiamato ad un ulteriore salto di qualità, e con ai lati due mastini come Poli e l'olandese, avrà vita sicuramente più facile.
Dall'Empoli è arrivato in comproprietà con il Parma anche Riccardo Saponara, trequartista dal sicuro avvenire. La pubalgia lo ha bloccato in questi primi mesi a Milanello, ma Allegri e tutto lo staff puntano forte su di lui. Un altro rinforzo a metà campo è Walter Birsa, sloveno classe '86, arrivato a Milanello un po a fari spenti dal Genoa, nell'affare Antonini.
In generale, in questa finestra di mercato il Milan ha speso 25,15 milioni di euro, incassandone 12, principalmente grazie alla cessione di Kevin Prince Boateng allo Shalke 04, per un saldo negativo di 13,15 milioni di euro.
Ha salutato Milanello, un po' a malincuore, anche il capitano Massimo Ambrosini, uno degli ultimi senatori rimasti insieme ad Abbiati e Bonera, ora infortunato. Uno dei reduci dell'ultima Champions vinta ad Atene nel 2007. Segno di un cambio generazionale che lentamente si sta consumando. Ambrosini vestirà la maglia della Fiorentina questa stagione, diretta rivale dei rossoneri per la conquista della Champions l'anno passato. Ha lasciato il Milan anche Mathieu Flamini, che dopo un gran finale di stagione, non ha trovato l'accordo con la società per il rinnovo del contratto, ed è tornato alla corte di Wenger, colui che lo aveva lanciato nel grande calcio prima che, da svincolato, arrivasse al Milan.
Due giovani della Primavera di Pippo Inzaghi, e prima di Aldo Dolcetti, sono andati in prestito a farsi le ossa. Andrea Petagna, roccioso centravanti classe '95 è passato alla Sampdoria, logica conseguenza dell'arrivo di Matri. Mentre Kingsley Boateng, classe '94, è volato a Catania dopo aver rinnovato il suo contratto con la società di via Turati. Il Milan punta molto su di loro e questa stagione servirà per farli crescere e riaccoglierli a Milanello con più esperienza per i palcoscenici internazionali.
Il mercato del Milan si è infiammato nel finale e, con un Kakà in più ed un modulo nuovo, 4-3-1-2 come da diktat presidenziale, potrà puntare sempre ai primi tre posti della classifica. La concorrenza è agguerrita, ma i tifosi sono stati chiari: "Obiettivo stagionale terzo posto? Milan mio, non ti riconosco". L'obiettivo della società e dei tifosi rossoneri è sempre vincere, anche in periodi duri. D'altronde, noblesse oblige.