Il tema iniziale è prevedibile: Fiorentina in controllo, Catania attendista e arcigno, pronto a sfruttare un palleggio avversario sbagliato. La serata non è subito pirotecnica, la dose di qualità della Fiorentina dalla cintola in su promette deflagrazioni improvvise contro la ragionata roccaforte ospite, la squadra di Maran mette Monzon e Castro in ripiegamento a blindare la corsia destra di fronte alle scorribande di un Cuadrado in forma smagliante. Il primo brivido lo creano i viola, sì, ma per sé: al 13’ Neto serve un rinvio con le mani a Pizarro sulla propria trequarti, il play cileno, in dubbio fino a ieri, sonnecchia e si fa sorprendere alle spalle da Tachtsidis, che raccoglie e spara col destro mandando di poco sopra la traversa.

La macchina viola non può sfondare a mani basse come qualcuno si attende, ma è letale nello sfruttare un colpo di sonno sopraggiunto stavolta all’avversario: Aquilani stoppa col braccio attaccato al corpo (gli etnei reclamano un mani, ma l’azione risulterà regolare) un tentativo di impostazione un po’ avventato di Tachtsidis a ridosso della propria area, l’ex Roma, Liverpool e Milan apre sulla sinistra per Cuadrado che appoggia in area, Rossi raccoglie al centro, stoppa e trova il pertugio per superare il muro di emergenza di Andujar e Alvarez sul secondo palo; la Fiorentina risponde presente, “Pepito” Rossi pure e registra come meglio non potrebbe il suo ritorno nella nostra serie A dopo due anni di incubi. Il Catania assorbe la botta, riprende il proprio palleggio come se nulla fosse successo e sfiora il pari immediato con Spolli, la cui girata di testa su punizione dal centro-destra lambisce il palo.

E Mario Gomez? E’ il primo ammonito della serata, per un intervento da tergo ai danni di Spolli che origina la suddetta punizione: non proprio quello che ci si attendeva, la sua prima gara italiana è ancora agli inizi ma il prosieguo della prima frazione non lo vede ancora protagonista in positivo, anzi. Il Catania dal canto suo non sta a guardare e al 23’ coglie il pari, come spesso accade di marca argentina: Leto, in frequente alternanza con Bergessio sulla posizione di terminale offensivo, riceve da Castro sulla trequarti mancina, cavalca fino al vertice dell’area e prova a chiudere la triangolazione con l’ex Racing in area, Pizarro raccoglie ma alleggerisce con uno sciagurato tacco all’indietro incompreso dai compagni e raccolto prontamente da Barrientos, che gonfia la rete con un sinistro secco sul secondo palo. I cinque minuti successivi sono delicati per la Viola, che subisce il forcing coraggioso degli etnei ma scaccia ogni spauracchio con una perla dal limite di Pizarro: il cileno si fa perdonare con un pregevole destro dritto per dritto sotto l’incrocio, al termine di un’azione ancora innescata da un Cuadrado iperattivo.

E’ il 2-1 e per il Catania prendono corpo le insicurezze di una difesa ballerina, ne risente l’intensità della manovra e ne trae giovamento il pressing aggressivo viola. Due soste ravvicinate per problemi fisici (Andujar riporta una distorsione ma resta in campo, botta all’occhio per Aquilani in uno scontro aereo con Barrientos) non spezzano affatto la contesa. Il Catania soffre dietro la velocità e il palleggio della banda di Montella, ma quando si proietta in avanti i padroni di casa devono stare all’erta: Bergessio colpisce male di testa un cross invitante a due passi da Neto, poi spara addosso al brasiliano un tocco sotto sporco su una verticalizzazione d’esterno degna di un numero 10 dal piede d’operaio di Bellusci.

Tanti palloni persi da una parte e dall’altra, la Fiorentina potrebbe dare un abbozzo di colpo di grazia, ma Mario Gomez dà un’altra nota negativa alla serata in cui è il più atteso: Rossi ruba palla a difesa avversaria sbilanciata e parte in 2 - 1, penetra in area e serve in orizzontale al tedesco un pallone che chiede di essere depositato a porta vuota ma finisce incredibilmente sul palo. L’intensità non cala: Andujar deve metterci i pugni su una bomba verso l’incrocio di Cuadrado, con cui Monzon va sempre più in sofferenza, i rossazzurri manovrano ma i viola prendono meglio le misure e tengono al sicuro il vantaggio all’intervallo.

Cuadrado sulla destra scende che è un piacere, non certo per Maran che durante la pausa deve correre ai ripari ponendo fine alla serataccia di Monzon e inserendo Rolin a destra, con Alvarez dirottato a sinistra. L’ex Estudiantes e Real Saragozza è il nuovo duellante del colombiano, ma le rogne arrivano anche per lui con un fallo tattico che gli vale il giallo dopo cinque minuti. Catania più spregiudicato, ma è la Fiorentina a creare di più in avvio: prima Rossi spara dal limite ma colpisce Gomez alla testa (per lui finora un film da comparsa), poi Andujar allontana con qualche affanno un velenoso cross di Pasqual diretto verso il palo lontano. I viola fanno ora la partita, il Catania fatica materialmente a venire fuori dalla propria metà campo.

La squadra di Maran emette un sussulto al 57’, con una spizzata di testa di Bergessio abbondantemente alta, poi spinge di più sull’acceleratore con la Fiorentina in controllo e sempre in agguato per la contro risposta, come al 66’, quando Rossi stoppa e calcia di collo con abbastanza spazio davanti, trovando però Andujar. “Pepito” esce tra gli applausi e fa spazio ad Ilicic che lo sostituisce anche nella posizione, quella di seconda punta. Al 72’ Gomez gira fuori un invitante cross dalla sinistra di Pasqual, la Fiorentina pasticcia un po’ troppo nella propria trequarti e il Catania si concede qualche altra fiche per colpire, sprecando però malamente due punizioni con cross in area. Andujar blocca a terra un sinistro radente da fuori di Ilicic, Maran vara il 4-2-4 con i probabili partenti Biagianti e Maxi Lopez per Tachtsidis e Leto e i suoi rispondono con un atteggiamento più propositivo e deciso, ma la “Galina de Oro” calcia debolmente da ottima posizione agevolando l’intervento di Neto.

Un Aquilani stremato e debilitato dalle noie fisiche lascia il posto a Mati Fernandez, i gigliati vengono fuori dopo qualche minuto in trincea e guadagnano maggior terreno a ridosso del 90’, Catania stanco, come Barrientos che trotterella continuamente lungo tutta la mediana prendendo spesso calcioni. Gli etnei non trovano la lucidità per graffiare nelle ultime proposizioni, Gomez spreca la sua ultima occasione mancando l’impatto su traversone di Ilicic al secondo minuto di recupero. Non succede più nulla, la Fiorentina centra subito la prima nel campionato della sua affermazione nell’élite, il Catania torna a casa a mani vuote, con qualche rammarico ma anche con qualche positiva certezza sul suo potenziale nell’annata post-sbornia.