Basta. È finita. Ora è vero. Felipe Anderson è un giocatore della Lazio. Una riga, è bastata quella, sul sito ufficiale della Lazio e con un colpo di spugna il club capitolino ha spazzato via mesi di dubbi e incertezze. “La S.S. Lazio comunica che il giocatore Felipe Anderson si è legato al club biancoceleste per cinque anni”. Nel frattempo, proprio il brasiliano era sbarcato ieri a Fiumicino alle 7 di mattina e aveva sostenuto le visite mediche presso la clinica Paideia. Anderson viene da un infortunio alla caviglia e potrà essere completamente a disposizione di Petkovic solo a partire dall'inizio di agosto.
Nulla di preoccupante però, l'ex Santos prima tornerà in Brasile per sbrigare alcune pratiche relative al visto e lunedì si aggregherà al resto del gruppo ad Auronzo di Cadore. "Sono felice, questa maglia è un sogno per me - si legge sull'edizione odierna della Gazzetta dello Sport -. Pensavo di venire a gennaio, ma non ho mai avuto dubbi. Sono un centrocampista a cui piace entrare nel vivo del gioco. Ma ho fatto anche la punta, l'esterno e il volante" dice Anderson nello stralcio d'intervista.
È così arrivata a termine una trattativa estenuante, che avrebbe dovuto portare il brasiliano a Roma già questo inverno e che, invece, si è protratta, con clamorose complicazioni, fino all'inizio di questo luglio. Ma chi è Felipe Anderson? Non una certezza assoluta, ma sicuramente un giocatore tutto da scoprire, . Potenzialmente è un puledro di razza, ma in pratica deve ancora dimostrare il suo vero valore. Alla Lazio il compito di valorizzarlo e renderlo un giocatore a tutti gli effetti, un po' come fatto con Hernanes, al quale Anderson somiglia anche, essendo una via di mezzo fra un numero 8 e un numero 10.
I biancocelesti hanno puntato su di lui, investendo soldi e intestardendosi in una trattativa sfiancante, nonostante negli ultimi due anni la stella del brasiliano non abbia brillato come ci si attendeva. Chiuso al Santos dai vari Neymar e Ganso, Felipe ha vissuto a corrente alternata, non riuscendo a trovare una continuità di rendimento che ne potesse certificare la maturazione: a Petkovic il compito di farlo crescere. Le basi e le qualità ci sono, questo è indubbio. La Lazio dovrà essere brava a coccolarlo, non sovraesponendolo alle pressioni di una piazza spesso insostenibili, per ritrovarsi fra le mani, tra qualche tempo, quello che può essere un autentico gioiellino.