ROMA- Il derby a Roma è una partita speciale. Si vive tutto l'anno, ma più si avvicina più si sente nell'aria. I tifosi diventano nervosi, diventa difficile concentrarsi su qualsiasi cosa, si cercano informazioni sulle formazioni, sulle coreografie, sui giocatori. Ognuno ha i suoi riti, le sue scaramanzie, diverse da persona a persona, fondamentali per tutti i tifosi. C'è una cosa però su cui tutti i tifosi concordano: se chiedi loro quale sia il modo migliore per vincere il derby, probabilmente ti risponderanno "all'ultimo minuto", magari aggiungendo qualche altra caratteristica più o meno pittoresca. I tifosi della Lazio non fanno eccezione, e più di una volta, negli ultimi 15 anni hanno potuto vedere la loro squadra passare all'ultimo secondo.
GOTTARDI- Partiamo con la stagione 1997-1998: sulla panchina della Lazio è seduto Sven Goran Eriksson, Beppe Signori ha appena abbandonato la Capitale per dissapori con lo svedese per il turnover a cui è sottoposto, Boksic è tornato alla base dopo un'esperienza a Torino, sponda bianconera. In quella stagione la Lazio avanza in Coppa Italia, lo stesso fa la Roma, e le due squadre si incontrano per un doppio confronto anche in coppa. È l'anno dei 4 derby: la Lazio vince facilmente 3-1 nella gara d'andata di campionato, nonostante l'espulsione a 7 minuti dall'inizio della partita di Favalli. Facile vittoria anche nell'andata dei quarti di finale di Coppa Italia: la squadra di Eriksson si impone 4-1, ipotecando il passaggio alla semifinale. Quindici giorni dopo, il 21 Gennaio 1998, la partita si avvia pigramente verso la fine sul punteggio di 1a1. Le reti sono state segnate da Jugovic su rigoresu rigore al 45esimo, e da Paulo Sergio al 53esimo. Al 78esimo l'allenatore svedese richiama in panchina Rambaudi, e fa entrare Guerino Gottardi, idolo della tifoseria, per gli ultimi 12 minuti di partita. È il 94esimo, Paolo Negro rilancia in avanti in maniera scomposta, un difensore della Roma tocca di testa all'indietro, ma regala la palla proprio a Gottardi, che si invola verso la porta avversaria e mette la palla in rete alle spalle di Konsel. È l'apoteosi, i derby vinti in stagione dalla Lazio diventano tre, e saranno quattro meno di due mesi dopo. Resterà famosa la telecronaca di Carlo Zampa che si rifiuta di commentare la rete.
BEHRAMI- Facciamo un salto alla stagione 2007/2008. La Lazio è uscita dalla Champions League, costretta a soccombere, eliminata nella fase a gironi a Madrid dopo aver pareggiato in casa contro il Real. Il derby d'andata è finito 3-2 per la Roma. Al ritorno dalla sconfitta esterna contro il Cagliari, la squadra viene accolta da lanci di uova. Il 19 Marzo c'è il ritorno del derby: la prima stracittadina dopo la morte di Gabriele Sandri dell'11 Novembre. Totti e Rocchi, i due capitani, prima della partita si recano insieme sotto la Curva Nord per omaggiare il tifoso scomparso. Delio Rossi schiera la Lazio con il tridente Bianchi-Pandev-Rocchi. In panchina, a diposizione del tecnico, c'è Igli Tare, oggi direttore sportivo. Ha del clamoroso quanto accade intorno alla mezz'ora del primo tempo: Behrami rinvia all'interno della sua area, ma colpisce Taddei in faccia ed il pallone si insacca alle spalle di Ballotta. Alla fine del primo tempo, il pareggio: Kolarov, schierato al posto dell'infortunato Radu, ed autentica spina nel fianco della retroguardia giallorossa, crossa al centro, Doni devia, Pandev da due passi insacca il suo primo gol in un derby. Nel secondo tempo, dopo un gol annullato a Totti, è la Lazio a passare in vantaggio. All'11esimo un cross del solito Kolarov attraversa tutta l'area di rigore, Juan si allaccia con Bianchi, Morganti fischia il rigore. Sul dischetto va capitan Rocchi, che non sbaglia. È 2 a 1. Dura poco però il vantaggio: 5 minuti dopo Perrotta rimette la sfida in parità, con un tocco che supera ancora Ballotta. La partita sembra indirizzata verso una conclusione senza vincitori nè vinti, ma Behrami non è d'accordo: è il 92esimo, Pandev dall'angolo destro dell'area di rigore mette un pallone morbido sul secondo palo, dove stanno arrivando Mutarelli e Mauri; il secondo, reduce da una stagione con più luci che ombre, rimette la palla dall'altra parte dove sta arrivando di gran carriera Valon Behrami, che insacca la palla tra Doni e il palo, e corre ad accogliere l'abbraccio della Curva Nord, esplosa per un successo ormai insperato. Resta negli occhi di tutti la corsa sfrenata di Delio Rossi.
KLOSE- Arriviamo alla scorsa stagione, la Lazio non vince ormai da più di due anni, fanno 5 derby consecutivi. L'incubo si materializza al quinto minuto: Osvaldo penetra in area e trafigge Marchetti. La Roma è in vantaggio, l'argentino espone una maglia per salutare Totti, assente. La Lazio attacca, cerca il gol con Klose, Cissè ed Hernanes, ma la Roma rischia il raddoppio ancora con Osvaldo, che scoordinato spedisce fuori. Il primo tempo termina quindi 1 a 0. Dopo 5 minuti, la svolta: lancio lungo, Brocchi si avventa sul pallone, Kjaer poggia la mano sulla spalla del numero 32, che cade: Tagliavento indica il dischetto e sventola il rosso. Hernanes non sbaglia, 1 a 1 e Lazio in superiorità numerica. Cissè e Klose cercano di portare in vantaggio i biancocelesti, ma palo e traversa glielo impediscono. Fino al 93esimo: Matuzalem tocca di prima dentro l'area, dove Klose stoppa e di piatto piazza la palla alla sinistra di Stekelenburg: 2 a 1 e ancora una volta è la Curva Nord ad esplodere, la Lazio torna a vincere il derby, Reja può finalmente esultare ed imita il suo predecessore Rossi correndo ad abbracciare i suoi giocatori.
OGGI- Domenica ci sarà la finale di Coppa Italia, e girando per la città, se chiedi ad un tifoso come vorrebbe che finisse, lui ti risponderà: "con un gol all'ultimo minuto".