Prendete le lunghe leve di Vieira, aggiungete il senso tattico e il tiro da fuori di Paul Scholes e l'intensità di Yaya Tourè; mescolate il tutto e fate lievitare per qualche anno nelle giovanili del Manchester. Quando il composto sembra giunto ad un buono stato di lievitazione, trasferite il tutto sotto le sapienti mani di Antonio Conte e aspettate, ma solo per pochi mesi: il risultato è un calciatore straordinario, capace in pochissimo tempo di mettere in crisi il proprio tecnico e costringerlo a ridisegnare le gerarchie in mezzo al campo di una squadra che proprio sulla composizione della propria mediana ha basato i propri successi, di nome Paul Pogba.
La crescita del giovane talento francese, che Ferguson ha provato a trattenere ancora un anno nelle giovanili dello United, ma che si sentiva già pronto per una stagione da protagonista, è sotto agli occhi di tutti: per lui si sono sprecati già paragoni importantissimi, ma nessuno veramente convincente fino in fondo. Può darsi che la spiegazione più logica sia anche la più semplice: Pogba è semplicemente Pogba, e quando nasce un calciatore così simile ai grandi del passato ma così diverso da ognuno di essi, ci si potrebbe trovare di fronte ad un atleta capace di scrivere la storia di questo sport.
Pogba infatti, più che ricordare un campione della storia del calcio, ne ricorda almeno tre: cerchiamo quindi di capire quali sono i fuoriclasse che il giovane francese ricorda quando scende in mezzo al campo
Il fisico di Vieira
In Francia è il paragone che si sente più spesso: Pogba sembra l'erede designato del grande francese che in Italia ha vestito le maglie di Juventus, Inter e Milan. Fisicamente i due si somigliano molto, ma Pogba sembra avere una propensione offensiva maggiore del suo predecessore in bianconero: Vieira era pericoloso sopratutto su calcio piazzato, mentre Pogba sembra voler partecipare attivamente alla costruzione della manovra offensiva. L'intensità in fase di pressing e recupero palla però è assolutamente paragonabile.
Il Tiro di Scholes
Non è un caso che Ferguson voleva fare del giovane francese proprio l'erede di uno dei veterani del suo centrocampo: Paul Pogba dispone di grande intensità e di un tiro da fuori che a molti ricorda quello di Scholes, giocatore capace di tirare con grande forza e precisione dalla lunga distanza. Alcuni gol segnati nel corso di questa stagione testimoniano il grande destro di cui dispone il francese, che però ha caratteristiche fisiche molto diverse dall'inglese: Scholes era più dinamico e non gestiva così bene il controllo palla, Pogba è in grado di rivestire anche il ruolo di regista della propria formazione.
L'intelligenza tattica di Boban
Scegliamo l'ex centrocampista degli invincibili di Capello benchè alcuni Juventini si siano lasciati andare ad un pesantissimo paragone con Zidane. Sicuramente Pogba continua la lunga tradizione di grandi centrocampisti francesi, iniziata ancora prima con l'arrivo a Torino di Michel Platini, a cui è abituata la Juve, ma rispetto al trequartista che trascinò la propria nazionale alla Finale dei mondiali di Germania 2006, l'attuale 6 bianconero sembra un giocatore differente: meno tecnica di base, ma anche più intensità nel proprio gioco e abilità in fase di interdizione. Queste caratteristiche, abbinate all'innato senso tattico, lo rendono adatto ad essere la spalla di qualsiasi compagno di reparto. Un po' come accadeva a Zvominir Boban, al quale Capello chiedeva di aiutare Albertini e Donadoni, e contemporaneamente di supportare nella costruzione della manovra offensiva Dejan Savicevic.