TORINO - 18 come gli anni passati dall'ultima vittoria granata nel derby. Otto come le stracittadine nelle quali il Toro non riesce a buttarla dentro. 40 come i punti di distanza in classifica, e si è visto. Certo, i granata non hanno mollato facilmente provando a costruire trame di gioco, ma la Juve è altra cosa con il suo continuo giro palla studiato per mandare a vuoto gli avversari. Contro il 4-4-2 dei padroni di casa, il nuovo 3-5-1-1 di Conte non ha funzionato del tutto, ma è bastato a legittimare il risultato. Nonostante il pressing alto con Santana, Bianchi e Cerci incollati ai tre di difesa e Meggiorini, preso più dalle gambe di Pirlo che da tutto il resto, gli uomini di Ventura hanno subito le preponderanza fisica di un ottimo Pogba, bravo ad inserirsi e in fase di recupero, ed in generale del centrocampo di Conte, reattivo nel pressare e a cambiare zona di gioco appena possibile, sempre supportato dagli esterni.

Il francese, Vidal e Marchisio, in alcune fasi del match, hanno fatto le veci di Pirlo e Bonucci, venendo incontro alla difesa per aggirare la marcatura alta del Torino, mentre il regista bianconero (novità) si è adattato giocando maggiormente in fase di interdizione. Peccato che lì davanti si continui a registrare la solita lacuna dello schema di Conte: si chiami Vucinic, Matri o Quagliarella, l’uomo boa non regge fisicamente o qualitativamente contro i due centrali di difesa e lo stesso suggeritore (Marchisio) non riesce a calarsi nella parte.

In ogni caso, vuoi per il terreno bagnato (che acquazzone), vuoi per le barricate di Ogbonna & co., la Juve ha prodotto quel che bastava per fare suo il derby. Vucinic dopo undici minuti si è mangiato l’occasione della vita davanti a Gillet, mentre la coscia di Glik poco dopo ha impedito a Pogba di sbloccare il risultato. Per i granata, unico a salvarsi Santana, spina nel fianco di un Lichtsteiner nervoso, che ha impensierito Buffon con un potente tiro da fuori.

Le emozioni tutte nel finale con Jonathas all’81, posizione di fuorigioco in partenza, trattenuto vistosamente da Bonucci in mezzo all'area. Bergonzi decide di non concedere il penalty e le immagini dimostrano la bontà della scelta fortuita. Assorbito l’unico vero spauracchio, ci ha pensato Vidal, non una delle sue migliori partite, con un tiro da fuori a tre minuti dalla fine a bucare Gillet. Nonostante l’espulsione di Glik (fa il paio con il rosso dell’andata) e qualche calcione di frustrazione dei padroni di casa, la Juve ha affondato nel recupero con Marchisio (bestia nera dei granata) per 2-0 finale.

Tra sette giorni il Palermo arriverà a Torino per giocarsi la salvezza contro una Juve alla quale basterà un punticino per la festa scudetto. A quattro giornata dalla fine + 11 dal Napoli secondo, + 19 dalla Fiorentina e + 27 dall'Inter, roba da cannibali per la truppa di Conte.