Domenica 7 aprile, è da poco finita (male) Samp-Palermo, e sull’autobus che riporta i tifosi blucerchiati verso il centro città un gruppetto di supporters attempati discute con trasporto: “Ha sbagliato l’allenatore a mettere il centrocampo” “In attacco siamo poca cosa” “No, a me u Lopez nu me piâxe per niente. E meno male che l'è sciortîo fêua quello lì (Icardi n.d.r.), altrimenti..." “Se domenica giocano come oggi è impossibile”. Manca una settimana, ma il derby è già cominciato.

Se è vero che in Italia ogni derby ha la sua storia e le sue peculiarità, quello di Genova è il derby della gente, che lo vive, lontano dal terreno di gioco, per 365 giorni all’anno. In una città che da sempre ama vedere scontrarsi e mescolarsi prosperità e frugalità, lungimiranza e conservatorismo, straniero e autoctono, il calcio non fa eccezione. La forte rivalità delle due anime dello sport genovese convive all’interno di coppie, famiglie e gruppi di amici, che per tutto l’anno si punzecchiano, e vivono la settimana che precede il derby in un crescendo di attesa e tensione.

Nel profondo Levante ligure una vicina di casa commenta la debacle con il Palermo: “Spero che l’abbiano persa di proposito, altrimenti ho paura che non abbiano la giusta carica per vincere con…”. Nelle voci del derby manca quasi sempre il nome degli avversari, lasciato sottinteso, o sostituito con epiteti poco lusinghieri. In centro a Genova la musica non cambia “Guarda che loro sono messi male, domenica gli facciamo lo scherzo”, frase rubata a nonno e nipote che discutono con l’edicolante. Non so se siano di una fazione o dell’altra, ma la voglia di vincere per inguaiare i "cugini" è un sentimento diffuso in entrambe le tifoserie.

La Sampdoria, che naviga in acque relativamente tranquille, si prepara alla sfida con una serenità che in realtà maschera qualche preoccupazione: Gastaldello ha riportato un piccolo infortunio nel match con i rosanero, mentre Krsticic è alle prese con un problema muscolare che potrebbe tenerlo ancora lontano dal terreno di gioco. Ma il derby si vince con il cuore, più che con i valori tecnici, come dimostra la lunga storia delle stracittadine giocate a Marassi. All’andata, quando entrambe le squadre arrivavano da una pesante serie di sconfitte, furono proprio il cuore di Poli e quello di Icardi a regalare a Ferrara la gioia immensa, e quasi insperata, di un autentico trionfo sul campo. Ad un girone di distanza si affronteranno due nuovi tecnici, con la stessa voglia e la stessa necessità, quasi vitale, di vincere il derby non solo per quello che rappresenta, ma anche per ridare ossigeno alla posizione in classifica, che per il Genoa si è fatta nuovamente preoccupante.

Anche il silenzio è una delle voci del derby: l’allenatore Delio Rossi ha rinunciato alla classica conferenza stampa del venerdì, e in settimana i giocatori hanno evitato di toccare l’argomento con i giornalisti, lasciando ad altri l’onere di parlare di una partita così significativa e delicata.

Le voci del derby risuoneranno forti e rabbiose sabato mattina al centro sportivo di Bogliasco, dove la Sampdoria svolgerà la rifinitura sotto gli occhi degli Ultras Tito Cucchiaroni, che hanno chiamato a raccolta i tifosi per infondere alla squadra ancora più carica e motivazione: “Vogliamo tingere il Mugnaini di blucerchiato e motivare i ragazzi come se a scendere in campo domenica fossimo noi stessi. Dobbiamo trasmettergli quella grinta e quella cattiveria che solo chi vive la Sampdoria e il nostro derby ha nelle vene” si legge nel comunicato degli Ultras.

La voce del vincitore salirà al cielo nel pomeriggio di domenica, quando la città sarà travolta dall’emozione del derby numero 106. Alla controparte non resterà altro che il silenzio degli sconfitti, che durerà giusto il tempo di ritrovare l’orgoglio e la sfacciataggine per rinfocolare l’eterna rivalità delle due anime di Genova.