Era il 1895 quando Oscar Wilde scrisse e mise in scena "The importance to being Earnest". Una commedia brillante e tutta incentrata sulla malattia dell'apparenza che stava vivendo la società dell'Inghilterra vittoriana. Tutto era lecito finché non fosse venuto alla luce. Grazie ad una serie di colpi di scena e giochi di parole, la commedia di Oscar Wilde ci fa infatti capire che, a volte, l'essere umano predilige un atteggiamento superficiale, rinunciando a una più profonda e complessa analisi critica. Una situazione paradossale ma che spesso ci ritroviamo a vivere, affidandoci ai nostri sensi e non cambiando opinione nemmeno dopo aver conosciuto meglio la situazione considerata. Una superficialità che, con le dovute proporzioni, sta rendendo davvero farsesca la situazione di Maurizio Sarri e il Chelsea.
Giunto sulla panchina del blues a inizio stagione, l'ex tecnico del Napoli ha sempre avuto addosso quell'etichetta di "dilettante" e si è ritrovato costretto a convincere i propri tifosi a suon di vittorie e gioco scintillante. Il cosiddetto Sarri ball, spesso criticato dai supporters londinesi, ha spesso fatto scuotere il capo agli sportivi oltre Manica, abituati a un gioco più ruvido ma comunque vincente. Tra difficoltà e scetticismi, però, Maurizio Sarri è riuscito comunque a trascinare il suo Chelsea. Il club è in Champions League, ha raggiunto una finale di Coppa di Lega (persa in maniera rocambolesca ai rigori e dopo la querelle tra Kepa e lo stesso Sarri) ed è tuttora in corsa per vincere l'Europa League. Il Chelsea è infatti in finale contro l'Arsenal dopo un cammino vincente dall'inizio alla fine.
Un'annata positiva per chiunque, ma non per Abramovich. Il numero uno del Chelsea ha infatti spesso preso decisioni clamorose per quanto concerne la scelta degli allenatori per il suo club. Sono stati tanti i nomi illustri messi elegantemente alla porta dal magnate russo, ultimo quello di Antonio Conte, allontanato nonostante la vittoria della Premier League e dopo un'altra annata poco fortunata. Maurizio Sarri si trova dunque a un bivio: continuare con i blues o tornare in Italia, dove Roma e Milan pare farebbero carte false per averlo. Il tecnico toscano ha fatto grandi cose con il Napoli e i due club potrebbero costruire intorno a lui un progetto vincente. Ciò che stride nella vicenda è il Chelsea. Il club che ha preferito continuare, come uscito da una commedia di Wilde, a conservare l'apparente prima impressione di un Sarri visto come dilettante allo sbaraglio e non come un tecnico capace di giocare bene e - magari - vincere.